Volume
1
Manuale
Lx 2013
Installazione e configurazioni
Davide Garatti
Davide_01
Versione 1.0 |
| 28 dicembre 2013 |
Modifiche dalla versione precedente
Versione 1.0
Sostituite alcune immagini ancora presenti, relative alla distribuzione Rosa
Aggiornato paragrafo 4.1.3.Aggiungere le fonti MIB
Aggiornato paragrafo 4.5.I primi programmi che installo!
Aggiornato paragrafo 9.28.1.SMB – samba server
Aggiornato paragrafo 9.21.Evitare L'aggiornamento di alcuni programmi
Aggiornato paragrafo 2.5.5.Rimozione pacchetti inutili
Versione 0.1
Allineamento su OpenMandriva Lx 2013
Riviste tutti i paragrafi per verificarne validità.
Capitolo
1
Finalmente ecco il primo rilascio ufficiale, della neonata associazione OpenMandriva, Con la sua distribuzione OpenMandriva Lx (Lx sta per Linux visto che OpenMandriva è anche il nome della fondazione) .
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Come al solito questo manuale vuole essere una semplice guida, da seguire passo passo, per completare l'installazione, e le prime configurazioni, subito dopo l'installazione del nuovo sistema operativo.
Si baserà sulla versione OpenMandriva Lx 2013
Questo è solo uno dei tanti modi di configurare OpenMandriva Linux
Kernel | “3.11.8” “nrjQL” |
KDE | “4.11.2” |
Libreoffice : versione 4.1.3
Firefox : versione 25.0.1
Amarok : versione 2.8.0
Gimp : versione 2.8.6
hplip : versione 3.13.10
Digikam : versione 3.5.0
Glibc : versione 2.18
rpm : versione 5.4.10
Link utili:
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Bugzilla | |
Stato dei mirror | |
Garr.it Mirror |
Le ISO possono essere messe sulle penne USB grazie a hybrid ISO 2.5.1.1.Mettere ISO della ONE su Penna USB
Capitolo
2
1)Sistema con win NT,2000,XP,Vista, Seven o Maggiore.
2)Sistema con win 95,98,ME
3)Sistema con senza Sistema Operativo
Nei primi due casi occorre predisporre una partizione dove andremo ad installare Linux, per farlo possiamo usare, per esempio, programmi come Partition Magic o le utility di windows®, oppure affidarci all'applicativo di partizionamento (e ridimensionamento) di OpenMandriva, in tutti i casi e sempre opportuno prevedere l'esecuzione di una deframmentazione delle partizioni windows®, in modo tale da semplificare l'eventuale processo di ridimensionamento della partizione.
Nota: Ovviamente con il passare del tempo anche il processo di ridimensionamento su partizioni NTFS è diventato comune e “sicuro” quindi scegliere l'applicativo più che altro in funzione delle proprie conoscenze.
Se non si ha alcun S.O. Rientrando cosi nel terzo caso, basta partire con l'installazione.
La maggior parte delle periferiche (Stampanti, scanner, modem) e dei dispositivi interni (controller EIDE, SATA, SCSI, schede video, schede audio etc) sono riconosciute e gestite senza grosse difficoltà.
Qualche difficoltà potrebbe insorgere con chipset e hardware di nuovissima generazione.
Potete lanciare la distribuzione in modo LIVE, ma comunque suggerisco di fare sempre una ricerca su internet delle varie parti che compongono il vostro PC fisso, portatile o netbook che sia, facendo attenzione alla scheda grafica, e non dando nulla per scontato.
Una volta identificata la partizione su cui installare Linux si ci può informare sul hardware che abbiamo “sotto”, le informazioni utili sono :
tipo di :
scheda video
scheda audio
chipset mother board
eventuale driver SATA
stampante
periferiche particolari (USB-HDTV, etc)
etc.
Nota: Le informazioni importanti non sono il nome o la marca delle schede video piuttosto che delle schede madri, ma bensì il nome del chipset e delle GPU montate su di esse.
è sempre buona norma avere a disposizione il maggior numero di informazioni possibili sul proprio hardware, ma questo non dipende dal sistema operativo, è solo una buona norma.
Tralasciare questo passaggio non implica alcun problema a livello di installazione, ma serve più che altro per capire in anticipo se aspettarci problemi di qualsiasi genere.
Impostare l'opzione del BIOS “PNP OS installed” = NO
NOTA: per accedere al BIOS premere il tasto specificato a video durante le primissime fasi di avvio del sistema.
I tasti in genere possono essere F1, F10, CANC , Dipende da fornitore del BIOS.
Se avete un BIOS UEFI su un dispositivo di marca assicuratevi tramite internet su eventuali procedure per installare un nuovo sistema operativo.
Verificate inoltre eventuali problematiche sull'opzione SecureBoot
Le immagini ISO per l'installazione di OpenMandriva Lx sono reperibili dal sito ufficiale
Le ISO saranno anche raggiungibili direttamente attraverso i vari mirror
Lo stato si possono verificare tramite il seguente link
http://downloads.openmandriva.org/mm/
Quello più vicino a noi è il Garr
http://unity.mirror.garr.it/mirrors/unity/isos/OpenMandrivaLx/2013.0/
Ciò che si scarica e ovviamente l'immagine ISO di OpenMandriva Lx 2013 compatibile con il proprio sistema, quindi 32bit (i586) oppure 64bit (x86_64) che dovremo andare a masterizzare su un supporto DVD o inserire su un dispositivo USB.
In genere si ha una voce “scrivi immagine ISO CD o DVD” nel proprio programma di masterizzazione.
NOTA
E buona norma scaricare anche il piccolo file testuale che riporta il check-sum MD5, i programmi di masterizzazione in genere calcolano il check-sum sul file ISO scaricato, altrimenti usare il comando “md5sum <nome del file .iso>” per poi verificarlo con quello scaricato dal sito. Se la stringa coincide il download è avvenuto correttamente senza errori altrimenti scaricare nuovamente il file da internet.
Se provenite da Windows potete scaricare da http://www.winmd5.com/ un programma free per eseguire il calcolo e la successiva verifica.
Consiglio inoltre di masterizzare l'immagine ISO su DVD ad una velocità bassa (8x – 10x) specie se si utilizzano supporti riscrivibili.
La ISO può essere inserita in un dispositivo USB di capacita ⩾ a 2G nel solito modo:
1)Scaricare l'immagine ISO di OpenMandriva Lx che si desidera.
2)inserire nel PC una penna USB (di capienza opportuna ≧ 2G)
3)Inserita la penna usb, verificare su quale dispositivo è stata agganciata con il comando dmesg e prendere nota (sdb, sdc o altro) senza tenere in considerazione il numero. Il dispositivo non deve essere montato.
4)portarsi nella directory che contiene l'immagine ISO
5)Diventare Amministratore (su -)
6)Dare il comando :
dd if=<Percorso completo>/OpenMandrivaLx-2013.0.x86_64.iso of=/dev/sdx bs=1M
Dove: Percorso completo è il percorso completo alla directory contenente il file ISO nel mio caso /home/davide/Scaricati/
OpenMandriva-2013.x86_64.iso è il nome del file ISO scaricato
/dev/sdx è il dispositivo associato alla penna USB
quindi per esempio:
dd if=/home/davide/Scaricati/OpenMandrivaLx-2013.0.x86_64.iso of=/dev/sdx bs=1M
La penna USB ottenuta potrà essere usata per eseguire le installazioni, oppure per provare OpenMandriva
ATTENZIONE: per usare la Live occorrono almeno 1.5 G di ram
Nota:
Se non avete sistemi Linux per effettuare la procedura oppure preferite una comoda interfaccia grafica potete usare il programma sviluppato da Rosalab, chiamato :
Rosa-imagewriter
lo si può scaricare dal seguente link:
http://wiki.rosalab.ru/en/index.php/ROSA_Installation
ed e' disponibile per i seguenti S.O.
•for Windows™ (3.6 Mb)
•for Linux 32-bit (11.7 Mb)
•for Linux 64-bit (11.6 Mb)
•for Mac OS X® (7.7 Мб)
Semplicemente si seleziona la ISO e il dispositivo USB... e si preme il tasto “Write”
Inserire il DVD o la penna USB su cui avete caricato l´immagine ISO per l'installazione della distribuzione Linux, ed avviare il sistema.
Premere l'apposito tasto funzione per lanciare il menù di boot che oramai tutti i PC hanno e permette di selezionare il dispositivo da cui eseguire il l'avvio, di solito e' “F8”.
Nel caso di PC datati, occorre impostare il BIOS per partire da supporti esterni CD/DVD/USB o E-SATA.
L'installazione di OpenMandriva Lx 2013 è molto semplice, e si risolve in un tempo che varia tra i 10 e i 25 minuti circa.... dipende dalle prestazioni del PC e del lettore/Masterizzatore usato durante l'installazione.
La prima schermata permette di scegliere il tipo di boot, le opzioni disponibili si riferiscono ai due metodi di installazione diretta o post avvio della live e alle opzioni per il ripristino, ed i controlli su disco e memorie.
•Start OpenMandriva 2013
•Install OpenMandriva 2013
•Install OpenMandriva 2013 in basic graphics mode
•Troubleshooting
La prima voce avvia la distribuzione in maniera Live (solo su Memoria) e le altre le useremo per installare direttamente il nostro nuovo sistema operativo.
Se non avete dei PC troppo datati, usate la seconda voce.
In questo capitolo vedremo come installare il S.O. direttamente, quindi scegliamo la Voce :
Install OpenMandriva 2013
Sara' necessario attendere un po di tempo, per l'avvio di un sistema base di appoggio al programma di installazione:
Ecco i passi in sequenza:
1) Scegliere la propria lingua, premere NEXT | 2) Accettare la licenza, premere OK | ||||||||||||||||||
3) Scegliere il Fuso orario | 4) Selezionare l'ora corretta | ||||||||||||||||||
5) Si seleziona la mappatura della tastiera, e premere il tasto Prossimo | 6) Selezionare le prime due voci | ||||||||||||||||||
7) In questo passo, si sceglie come partizionare il disco.
Se non avete altro S.O. o non avete esigenze particolari di partizionamento usate la Voce “Cancella e utilizza l'intero disco”.
Questa schermata semplificata risulterà molto utile in caso di re-installazione (partizioni già fatte) oppure di installazione su disco vuoto.
Io consiglio comunque la terza opzione “Partizionamento Personalizzato” con cui avremo i seguenti vantaggi:
A) Maggior coscienza delle operazioni che stiamo compiendo. B) La possibilità di avere una più accurata gestione delle varie partizioni e degli hard-disk, presenti nel Computer. | |||||||||||||||||||
L'utilizzo del programma è molto intuitivo, basta cliccare su una partizione e oltre alle varie informazioni su di essa, si attiveranno i comandi utilizzabili, quindi dal “cancella partizione” al “formatta”, etc. Una volta completate le partizioni si clicca su FATTO.
| Si devono per forza creare, almeno: una partizione di root identificata con il simbolo “/” (file-system EXT4 - [*]) una partizione di swap, con dimensione in genere il doppio della RAM. Se si hanno 512 MB o più, si può impostare la dimensione della partizione di swap al valore della ram stessa. Quindi:
Ciò che dobbiamo fare è essenzialmente assegnare a tutte le partizioni, anche quelle win un punto di mount (montaggio). E' Assolutamente necessaria la presenza di una partizione Linux con punto di mount ¨/¨
ATTENZIONE A NON ESEGUIRE ALTRO SULLE PARTIZIONI WIN (Premere Solo “PUNTO DI MOUNT” ed assegnare un percorso /mnt/windows o /mnt/disco_C piuttosto che /Disco_C o /Disco_D.)
| ||||||||||||||||||
[*] Il tipo di file system è una scelta personale, iniziate con quello predefinito (attualmente l'EXT4) poi con il tempo potrete provare le altre, ovviamente nelle future installazioni. [**] Non è necessario andare oltre le 512MB tuttavia vista la capienza dei dischi attuali, se si vuole si può aumentare la dimensione della partizione di swap fino a 1G o più.
Nel caso in cui vogliate usare la swap per l'ibernazione del sistema, impostate la memoria di swap esattamente alla stessa quantità di memoria presente nel sistema, per esempio 4G di memoria 4G di swap. Nell'utilizzo normale 512M vanno più che bene.
Vi ricordo che nel caso abbiate già impostato la swap ad un valore inferiore, e vogliate comunque usare/provare l'ibernazione del sistema potrete usare i file di swap. http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=1042946
Alcuni preferiscono creare una partizione di “/home” (file system EXT4) dove saranno messe le cartelle di default dei vari utenti, lo si fa nell'eventualità di lasciare intatta la propria home salvando documenti ed impostazioni.
Tuttavia, visto che è buona norma fare il backup dei propri dati (possibilmente in un altra partizione o meglio ancora in un altro disco se disponibile, e visto che, personalmente, preferisco vedere le impostazioni di default delle nuove versioni di KDE e di OpenMandriva Lx, è ormai mia consuetudine non usare più una partizione separata per /home. Scegliere se crearla o meno in funzione delle proprie esigenze.
Se si ha spazio si può prevedere di creare delle Partizioni per i backup o delle partizioni con file system FAT32/NTFS per condividere i documenti tra windows® e Linux, questo per semplificare il raggiungimento dei file presenti su Linux quando si sta usando windows®, mentre quando si usa Linux non ci sono problemi.
NOTA:#Nome dei dispositivi EIDE (PATA) e SATA# I nomi dei dispositivi dipendono dal tipo di interfaccia e dal tipo di controller (PATA e SATA), in genere gli HD e CD/DVD connessi alle interfacce EIDE verranno agganciati ai dispositivi HDx. Dove la x sta per la prima lettera disponibile. Questo significa che, nel caso di due HD PATA collegati all'interfaccia IDE 0 e due CD rom sulla Interfaccia IDE 1, potremo avere i seguenti dispositivi:
I dischi SATA usano invece i dispositivi Sdx e quindi se avessimo un altro disco SATA questo sarebbe agganciato al dispositivo SDA. In entrambi i casi il numero successivo alla sequenza di lettere specifica la partizione presente nel disco, ATTENZIONE perché questi numeri possono essere anche non contigui. | |||||||||||||||||||
8)Premere su “Fatto” per iniziare la formattazione della Partizione e l'installazione vera e propria del S.O. | Inizia l'installazione del sistema, dovremo solo attendere un tempo che dipende dalle prestazioni generali del sistema in cui state installando OpenMandriva Lx 2013
Al termine del processo di installazione giungeremo all'ultimo passo, cioè all'installazione del boot loader.... | ||||||||||||||||||
9)Ridurre il tempo di attesa prima del boot in caso non ci siano altri S.O. Installati sul sistema (3 Secondi vanno bene). Premere “Prossimo”
Nota: Se state installando il S.O. Su un HD E-Sata quindi esterno, o se avete una baia per ulteriori HD, ricordatevi di selezionare il dispositivo di Boot ad esso relativo.
In questo modo potrete utilizzare il boot manager del PC per selezionare il dispositivo, senza intaccare minimamente l'HD principale/interno. | |||||||||||||||||||
A questo punto verrà chiesto di riavviare il sistema e rimuovere il dispositivo di installazione (DVD o Penna USB che sia)
Quindi premere il tasto “Finisci”
| |||||||||||||||||||
Riavvio Del Sistema
Saranno presenti solo due voci ed infondo ci saranno dei menù per poter inserire eventuali opzioni di boot o altro. | |||||||||||||||||||
10) ecco la maschera dove andremo ad inserire la password di amministratore del sistema. Inseriamola e premiamo sul tasto “Prossimo” | 11)Inseriamo tutti i dati relativi al primo utente, gli altri andranno aggiunti in seguito. | ||||||||||||||||||
Ribadiamo le scelte fatte i precedenza. | |||||||||||||||||||
L'installazione di OpenMandriva Lx è finita, non resta che inserire la password dell'utente appena inserito ed accedere al desktop KDE. | |||||||||||||||||||
ATTENZIONE: per usare la Live occorrono almeno 1.5 G di ram
Per eseguire l'installazione dopo aver lanciato e provato la Live occorre semplicemente scegliere al Boot la voce:
•Start OpenMandriva 2013
Come al solito occorre attendere un po che il sistema base parta....
I passi sono pressoché identici a quelli che abbiamo già visto nel paragrafo precedente.
1) Si sceglie la propria lingua | 2) Si Accetta la licenza |
3) Si imposta il proprio fuso orario | 4) si sceglie l'ora esatta |
5) Si seleziona la mappatura della tastiera | 6) Selezionare le prime due voci |
7) Si aspetta di entrare nel desktop KDE4 da cui potremo avviare il programma di installazione guidata. Programma che si trova nella sezione strumenti del Menu di OpenMandriva alla voce Installa OpenMandriva Live.
I passi rimangono quelli mostrati nel capitolo 2.5.2.Installazione diretta da Live DVD
|
Io sconsiglio quasi sempre l'aggiornamento diretto da una versione di distribuzione alla successiva, se non per motivi particolari o per prova.
L'operazione dovrebbe funzionare, ma ci sono troppe variabili che potrebbero far fallire l'operazione.
Le operazioni che spesso facciamo sui nostri sistemi, e ci dimentichiamo, (l'installazione di programmi, configurazioni varie, etc), ma anche l'aggiornamento di librerie e programmi base in continuo e pesante sviluppo (vedi KDE), potrebbero portare alla necessità di risolvere conflitti tra i pacchetti installati e quelli ancora da aggiornare.
Comunque chi volesse cimentarsi in questa esperienza sarà sufficiente la sostituzione dei repository con il successivo upgrade.
Ricordatevi di eseguire un ultimo aggiornamento della versione attuale del sistema operativo, prima di provvedere alla sostituzione dei repository e all'aggiornamento a OpenMandriva Lx 2013
Attenzione Non usare questo Comando (BUG 291)
Essendo queste installazioni di fatto delle versioni Live installate, portano con se Driver del tutto inutili.
Quindi una delle prime operazioni da fare e' proprio quella di rimuovere i pacchetti inutilizzabili.
Aprire quindi un terminale e diventare amministratore
[davide@ iron ]$ su -
immettere la password di root
[davide@ iron ]#remove-unused-hardware
completare i passaggi....
Capitolo
3
Tralasciando la configurazione di una connessione ad internet tramite linea telefonica normale, nei paragrafi successivi mi soffermerò, a grandi linee, sulla configurazione delle linee ADSL.
Note:
1)preferire router ADLS con interfaccia Ethernet.
2)in caso di router in comodato d'uso richiederne espressamente uno con interfaccia Ethernet. (ormai lo sono tutti)
Effettuare una ricerca su internet per cercare una guida più dedicata sia al proprio hardware (router etc) sia al proprio provider.
Oramai tutti i provider forniscono il loro dispositivo con funzionalità di rooter/switch, con connessioni Ethernet, di conseguenza il più delle volte si risolve tutto inserendo il cavo Ethernet nell'apposita borchia RJ45 del PC, il sistema è già predisposto per ricevere l'indirizzo e le altre informazioni tramite DHCP.
Le seguenti sono solo indicazioni generali, valide per qualsiasi sistema operativo.
In genere si accede alla linea ADSL tramite un router ADSL con connessione Ethernet, nel caso in cui ci venga fornito un dispositivo USB richiederne espressamente uno Ethernet (o con entrambe le interfacce). Con un dispositivo ethernet, il tutto si risolve con la connessione della nostra scheda di rete al router tramite il solito cavo Ethernet RJ45 e la configurazione della nostra scheda di rete, quindi su:
Configura il tuo Desktop
rete e connettività
Connessioni di rete
Le schede di rete vengono riconosciute perfettamente quindi, fin dall'inizio si ci trova già con una interfaccia configurata ed una connessione DHCP connessa.
Selezionandola e premendo il tasto Modifica si potrà cambiare il nome, o le caratteristiche della connessione (per esempio impostando un indirizzo IP statico)
Le varie schede presenti si riferiscono ai vari tipi di interfacce che potremmo avere sul PC (fisso, wireless, mobile etc) | |
Nel caso foste in una rete aziendale dovrete configurare anche il proxy che vi permetterà di accedere al mondo esterno. Selezionate la voce e scegliete il modo opportuno per configurare il sistema (tramite url o direttamente tramite indirizzo IP e porta) |
In questo caso occorre ricercare in rete le guide relative ai propri dispositivi, spesso occorre installate alcuni pacchetti e driver aggiuntivi.
In genere il supporto è buono, ma nell'ottica di non rimanere fregati adottate un atteggiamento più prudente informandovi sulla reale compatibilità del dispositivo con Linux. Ormai quasi tutti i dispositivi forniti dai provider hanno una o più connessioni Ethernet verso il PC.
Questo tipo di interfacce USB sono modem GPRS/HSDPA forniti da praticamente tutti i provider. Permettono un accesso veloce ad internet su qualsiasi dispositivo portatile e non.
La prima considerazione da fare è in realtà la solita, occorre informarsi sul modello di chiavetta USB. Tutti i provider hanno diversi fornitori e diversi modelli. Fino ad oggi ho potuto testare solo alcuni dispositivi tra cui
“Huawei e169 hsdpa”.
E la chiavetta della Vodafone station 2 K3806-Z
In genere è sufficiente inserirle ed attendere qualche istante, dopodiché iniziare la procedura di configurazione tramite il Network Manager posto nel vassoio di sistema:
I passi sono pochi, del tutto guidati, ed intuitivi.
Vediamoli! Apriamo il Network Manager spostiamoci sul TAB relativo al mobile “Banda larga mobile” e iniziamo la procedura di configurazione premendo il tasto “Aggiungi”. | |
La chiavetta inserita dovrebbe essere già stata riconosciuta. Se la vedete già presente nel menù a tendina non ci saranno problemi, altrimenti cercate su internet le informazioni sul vostro dispositivo.
Premere “Successivo” | |
Selezioniamo il nostro paese, e premiamo su “Successivo”
Serve per restringere le opzioni successive. | |
Selezioniamo il provider del servizio, in questo caso Vodafone, e premiamo sul tasto “Successivo” | |
Questa è forse l'opzione più difficile da valutare il menù a tendina propone alcune opzioni per il piano tariffario, ed è meglio non sbagliare, come del resto chiaramente indicato nella nota.
Nel caso della chiavetta della Vodafone station 2 l'opzione è la “Predefinita” quindi continuare la configurazione premendo il tasto “Successivo”
Controllate comunque attentamente il vostro contratto onde evitare problemi! | |
Comparirà una maschera riepilogativa che ci farà di fatto concludere la procedura di configurazione. Quindi un ultimo Click sul tasto “Fine” |
La procedura di configurazione è terminata ora basta attivarla quando necessario.
Ogni volta che ci servirà basterà inserire il dispositivo USB, attendere qualche istante, andare sul Network Manager e premere sulla voce Vodafone presente nell'elenco delle connessioni.
Il led presente nel dispositivo cambierà di colore a seconda del tipo di connessione disponibile. |
I dispositivi e gli operatori sono tanti, quindi le procedure di configurazione, ma soprattutto le opzioni da scegliere possono diverse e non tutte elencabili in un manuale, quindi vale sempre il consiglio di informarsi quantomeno dei parametri da inserire (e la presenza di eventuali PIN). La procedura di configurazione in rimane comunque semplice.
Nota: prima di acquistare un dispositivo effettuate una ricerca su internet per verificare la compatibilità con Linux, specie su dispositivi recenti.
La procedura risulta semplice come per il collegamento Ethernet fisico con RJ45, se l'interfaccia viene riconosciuta e configurata, ritroverete sul gestore delle connessioni appena visto la scheda wireless abilitata.
La connessione potrà essere configurata anche premendo l'icona sul vassoio di sistema, in basso a destra nel pannello principale del desktop.
In queste interfacce troveremo tutte le reti rilevate, dovremo solo scegliere la nostra, oppure la desiderata, e completare le informazioni necessarie, come al solito.
In genere sono sufficienti:
•Modalità di cifratura
•password (chiave di cifratura)
Capitolo
4
L'aggiornamento del sistema permette di eliminare le vulnerabilità conosciute, correggere i bachi software già risolti, ed aggiornare driver, programmi e librerie.
Per rendere possibile tutto ciò, sarà necessario effettuare alcune operazioni che ci permetteranno inoltre di usufruire di una quantità pressoché illimitata di pacchetti software.
Subito dopo l'installazione del sistema, consiglio sempre di fare un aggiornamento.
OVVIAMENTE È ASSOLUTAMENTE NECESSARIO UN COLLEGAMENTO AD INTERNET VELOCE (ADSL)
Nota:
Se si volessero eliminare tutti i repository precedentemente impostati, usare il comando:
#urpmi.removemedia -a
Da OpenMandriva control Center (Configura il tuo computer)
Sezione:
“Gestione Software”
scegliere la voce :
“Configura le fonti per l'installazione e aggiornamento”
In caso ci siano i supporti DVD o CD provvedere a rimuoverli con l'apposito tasto. Per inserire i nuovi on-line premere su AGGIUNGI | |
Verificare che il collegamento internet sia attivo (se non lo è attivatela) e accettare di contattare il sito web ROSA con il tasto SI Purtroppo alcune maschere sono completamente in inglese, verranno probabilmente tradotte in breve tempo. | |
Dopo una fase di download verrà presentata la lista dei repository configurati. Da notare che non tutti i repository sono ABILITATI ed in particolare quelli principali (che in realtà non dovrebbero modificare) non hanno il segno di spunta su AGGIORNARE. A seconda della versione di OpenMandriva Lx, installata avremo un set di repository e abilitazioni diverso. Premere quindi OK ,
| |
Aprire un terminale diventare amministratore con il comando SU <INVIO> immettere la password di root dare il comando drakrpm-edit-media --expert che farà riaprire la stessa finestra di prima ma questa volta potremo eseguire tutte le modifiche necessarie. | |
In particolare andremo a selezionare la casella AGGIORNARE anche sulle Fonti principali cioè MAIN, CONTRIB, Non-Free
in oltre si potranno abilitare anche le fonti Restricted.
Premere OK per completare l’operazione
Nota Usando io un sistema a 64bit nell’immagine vedrete più fonti rispetto a quelle che trovereste su un sistema a 32bit. Questo è dovuto alla presenza delle fonti a 32bit in più. | |
Se così non fosse potremo aggiungere i reposity a 32bit manualmente vedi paragrafo: 4.1.2 |
Se avete seguito tutti i passi del paragrafo 4.1 non questa sezione non serve
Alcuni repository risultano bloccati per update, e tramite la consueta interfaccia in MCC, risulta impossibile sbloccarli. Per abilitarli a tale scopo è necessario dare il seguente comando da terminale (come amministratore).
[root]#drakrpm-edit-media --expert
si aprirà la solita maschera in cui pero potremo abilitare la voce Update su tutti i repository.
Abilitateli solo se avete reali esigenze e magari in modo mirato.
Aprire un terminale e come amministratore dare i seguenti comandi:
urpmi.addmedia main32 http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/main/release/
urpmi.addmedia main32_updates http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/main/updates/
urpmi.addmedia non-free32 http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/non-free/release/
urpmi.addmedia non-free32_updates http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/non-free/updates/
urpmi.addmedia restricted32 http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/restricted/release/
urpmi.addmedia restricted32_updates http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/restricted/updates/
urpmi.addmedia contrib32 http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/contrib/release/
urpmi.addmedia contrib32_updates http://abf-downloads.rosalinux.ru/openmandriva2013.0/repository/i586/media/contrib/updates/
poi con
[root]#drakrpm-edit-media –expert
Selezionare tutto. |
Possiamo aggiungere anche i repository MIB, in cui potremo trovare pacchetti supplementari, aggiornamenti e tanto altro ancora. Scegliete voi se mantenerli attivi o attivarli quando necessario.
http://mib.pianetalinux.org/blog/
I repository sono:
Sistemi a 32bit
urpmi.addmedia --update MIB-basic http://mib.pianetalinux.org/MIB/omv2013/32/basic/
Sistemi a 64bit
urpmi.addmedia --update MIB-basic_64 http://mib.pianetalinux.org/MIB/omv2013/64/basic/
I repository “expert” non sono ancora disponibili, ma potete controllate al seguente link :
http://mib.pianetalinux.org/blog/repository
Premendola verrà richiesta la password UTENTE. Nella finestra che si apre sarà presente la lista dei pacchetti da aggiornare.
Se si volesse cambiare la richiesta della password utente, impostazione originale, con la password di root leggere il seguente paragrafo:
Configura l'autentificazione per gli strumenti OpenMandriva
non dovremo far altro che premere il tasto AGGIORNA e confermare l'aggiornamento nella finestra successiva. Dopo il download e l'installazione degli aggiornamenti la finestra risulterà vuota potremo quindi chiudere la finestra tramite il tasto ESCI. La piccola icona cambierà colore
e dopo alcuni secondi scomparirà.
Si può effettuare l'aggiornamento del sistema anche da terminale ovviamente.....
Aprire un terminale e diventare amministratore, dopo di che lanciare il seguente comando.
[root@GOLD davide]# urpmi --auto-update
il sistema aggiornerà le liste dei repository internet,verificherà gli aggiornamenti, scaricherà, ed installerà in completa autonomia...
ad operazione completata scollegarsi da internet (se necessario).
NOTA: alcune volte è possibile che le firme dei pacchetti da installare non siano corrette, solo quando accade potete ridare il comando aggiungendo la seguente opzione :
--no-verify-rpm
quindi:
[root@GOLD davide]# urpmi --auto-update --no-verify-rpm
NOTA: con le connessioni ADSL non è affatto male provvedere all'aggiornamento del sistema ogni volta (o quasi ) che si va su internet, o in caso di connessione flat ogni volta che si ricorda. In pratica il tutto si risolve con lo stesso comando
[root@GOLD davide]# urpmi --auto-update
Un aggiornamento frequente ha molteplici benefici, da un lato si è sempre aggiornati sia per le correzione di bachi software che per gli aggiornamenti di sicurezza, dall'altro il numero di pacchetti da installare sarà basso quindi il processo durerà poco o pochissimo.
Aggiornamenti infrequenti possono portare anche ad un processo di aggiornamento che coinvolga centinaia di pacchetti.
Dopo aver inserito le nuove fonti dei pacchetti, nella sezione “Amministrazione di sistema” di “Configura il tuo Desktop” potremo cliccare su “Installa e Rimuovi Software” dove sarà possibile trovare migliaia di software catalogati per tipo di applicazione
Per installarli:
selezionarli
Attivare il collegamento ad internet (se necessario)
premere installa
ad operazione completata scollegarsi da internet.
(in realtà appena inizia la fase di installazione si può già chiudere il collegamento ad internet)
Da terminale si può installare i programmi di cui si conosce già il nome semplicemente con il comando urpmi <nome del programma> ovviamente occorrerà essere super utente ed avere la connessione internet già attiva quindi:
#urpmi <nome programma> <INVIO>
NOTA:
Nel caso in cui il PC sia inserito in una rete aziendale dotata di proxy si aggiunga al comando la seguente stringa
--proxy <IP del proxy>:<porta> --proxy-user <nome utente>:<password>
oppure se il proxy non richiede password
--proxy <IP del proxy>:<porta>
“Installa e Rimuovi software”
Per cercare un programma di cui si conosce il nome, per esempio KICAD, basta scriverlo nell'apposito campo in alto e premere invio.
Di fatto verranno trovati tutti i pacchetti che contengono nel nome la stringa ricercata. |
Poi si preme Applica e si accetta le eventuali dipendenze da risolvere. |
Per alcuni particolari programmi, per esempio PYTHON la ricerca tirerà fuori numerosi file, quello che dobbiamo fare, in assenza di particolari necessita (per esempio usare una versione specifica di python), è selezionare solo quello principale, quindi solo python.
NOTA 1:
Notare la voce TUTTI sopra alle icone dei gruppi di programmi, serve a specificare di visualizzare tutti i pacchetti disponibili.
Il menù a tendina permette di scegliere altre opzioni tra cui “Pacchetti con GUI” tramite il quale verranno visualizzati i pacchetti dotati di interfaccia grafica tralasciando librerie e programmi da terminale, insomma per semplificare la scelta.
NOTA 2:
Nel menù Opzioni selezionare la voce “usa espressioni regolari per la ricerca”
in questo modo potrai affinare la ricerca.
Nota 3:
Nel menù VISUALIZZA e possibile scegliere tra vari tipi di raggruppamento dei pacchetti.
Sempre dal menù a tendina, di cui abbiamo appena parlato, tra le varie opzioni c'è la voce Meta-pacchetti.
Questi, sono pacchetti vuoti che si trascinano dietro come dipendenze un set particolare di pacchetti.
Facciamo un esempio, selezionando la voce “Meta-pacchetti”dal menù, e scegliendo sulla barra di sinistra l'icona “Desktop grafico” e per esempio “Xfce” si troveranno un po di pacchetti nominati task-xfce (più la versione) selezionandone uno, lo potete fare anche per sola prova, vedrete la lista di dipendenze ad esso associato, e capirete subito la comodità di questi meta pacchetti.
Sono molto comodi :
task-games (installa diversi giochi di vario tipo occupando circa 2,2G di spazio)
task-edu (installa giochi di kde, tuxpaint, stellarium etc per circa 390M)
Se, per qualche motivo, non si vuole fare l'aggiornamento del sistema ma si vuole aggiornare solo un singolo programma per esempio k3b basta aggiornare le liste con il solito comando :
#urpmi.update -a
dopodiché si installa l'aggiornamento con
#urpmi –update k3b
Ci sono una serie di programmi e librerie di cui “Io” non posso fare a meno, e che installo immediatamente dopo l'aggiunta dei repository, ed il primo aggiornamento di sistema.
ecco l'elenco:
Programma | Descrizione |
yakuake | terminale, (compare e sparisce premendo F12) |
Konqueror | Serve più che altro per aggiungere comodi service menu a dolphin |
kaffeine | Player multimediale ottimo per la TV digitale |
wine | per installare i programmi win (installare la versione a 32bit) |
xsane | per lo scanner |
xsane-gimp | scanner tramite gimp |
gimp | Programma di manipolazione delle immagini |
Java (OpenJDK) | Java (java-1.7.0-openjdk) |
flash-player-plugin | Flash Player plugin per il browser |
lame | encoder MP3 (se sono su un sistema 32bit) |
kipi-plugins | plugin per correzione foto |
glabels | per le etichette |
Tellico | Catalogatore che uso come piccolo database |
win32-codecs | decoder per vari formati (se sono su un sistema 32bit) |
libdvdcss2 | librerie per leggere i DVD |
libdvdnav4 | librerie per la navigazione dei DVD |
libfreetype6 | librerie per i font |
libfreetype6-devel | librerie per i font |
Kommader | Editor ed executor per kommander scripts |
Nota 1: Alcuni sono già installati, ma faccio comunque un controllo.
Nota 2: Verranno installate anche delle dipendenze
Un ulteriore passo è quello di verificare l'installare dei sorgenti del kernel
[root@gold davide]#uname -r <INVIO>
3.11.8-nrjQL-desktop-1omv
che indica sia la versione del kernel : 3.11.8
sia il tipo : desktop
installo i sorgenti relativi al kernel-nrjQL-desktop
[root@gold davide]#urpmi kernel-nrjQL-desktop-devel<INVIO>
il pacchetto devel potrebbe essere già installato, se così fosse verrà comunicato.
Se si cerca kernel sul programma di installazione grafico, saranno elencati vari kernel tra cui selezioneremo il kernel devel relativo al nostro.
Nota: Il pacchetto kernel devel serve, per esempio, quando si devono installare dei driver dkms. Anche se non farete questo controllo a priori, in fase di installazione di qualsiasi cosa che necessiti di questo pacchetto, esso verrà installato come dipendenza.
Non mi è mai capitato, ma se per caso avrete la necessità di ripristinare il Boot loader di Linux o di Windows® (quindi riscrivere MBR), o per qualsiasi altro motivo, potete utilizzare il DVD di installazione di OpenMandriva Lx 2013, selezionando la voce “Troubleshooting”
Da cui potremo lanciare sia test della memoria sia il GRUB2.
Capitolo
5
I programmi di configurazione che useremo per modificare alcuni aspetti della distribuzione sono sempre i soliti:
Configura il tuo Desktop (cambi a livello utente)
Configura il tuo Computer (cambi a livello macchina) (per lanciarlo da Terminale usare il comando “mcc”)
Si trovano facilmente in SimpleWelcome
Oppure se avete messo kickoff come menù di avvio allora si trovano sotto :
STRUMENTI | STRUMENTI DI SISTEMA
ed hanno i seguenti nomi :
Centro di controllo <> Configura il tuo desktop
OpenMandriva Control Center <> Configura il tuo Computer
Tutte le operazioni di settaggio del sistema possono essere eseguite tramite un apposito programma grafico.
Il principale centro di controllo nella distribuzione OpenMandriva è proprio “OpenMandriva Control Center” raggiungibile tramite:
MENU | STRUMENTI | STRUMENTI DI SISTEMA
Identico al famoso “Mandriva Control Center”
Sulla sinistra ci sono le varie sezioni di cui la più utilizzata sarà sicuramente “Gestione Software”, da qui potrai accedere al sistema per la gestione della installazione e rimozione dei pacchetti .RPM che contengono i vari programmi.
Selezionando l'icona per l'installazione si ottiene:
Se si conosce già il nome del pacchetto che si vuole installare, per esempio se voglio installare un programma per la simulazione elettronica, allora cerco “oregano” e lo seleziono, il sistema selezionerà in automatico anche tutti gli altri pacchetti necessari alla sua installazione (ovviamente se ce ne saranno).
A questo punto premi APPLICA .
Ovviamente e possibile selezionare più voci ed eseguire l'installazione solo alla fine della selezione.
| |
|
“Imposta la data e l'ora” è utile se si vuole attivare l'opzione per il settaggio dell'ora via rete. Basta avere il collegamento a internet attivo nel momento in cui lo si configura.
Sempre da MCC si può facilmente configurare un firewall per internet nella sezione SICUREZZA
selezionando la voce “Configura il Tuo firewall personale”
Puoi ABILITARE i servizi ed i server che POSSONO essere raggiunti da internet.
In genere deseleziono tutte le voci (quindi nessuna porta aperta verso internet)
Inoltre è possibile chiudere/Aprire tutte le porte di accesso al sistema, singolarmente, in base al numero di porta e al servizio.
Come chiaramente specificato potete controllare su /etc/services quali sono le porte disponibili.
Una volta abilitato il firewall basta Cliccare su OK e scegliere su quale interfaccia eth si vuole abilitare il firewall.
è importante dare un'occhiata ai log del firewall di tanto in tanto per verificare eventuali tentativi di accesso
Nella stessa sezione troviamo anche la seguenti voce:
Tramite questo menù possiamo selezionare i permessi necessari per i vari programmi di configurazione. Facciamo un esempio pratico se volessimo modificare la richiesta della password utente per gli aggiornamenti del sistema, rendendo necessaria la password dell'utente amministratore (root), basterà trovare la riga relativa agli “Aggiornamenti Mandriva” e selezionare dal relativo menù a tendina “Password di root”
Completare premendo il tasto OK
Dopo aver aggiunto i repository internet è possibile installare dei pacchetti che aggiungeranno altri wizard di configurazione in OpenMandriva Control Center.
Ce ne sono parecchi, tra cui vi cito:
Drakfax : Vi permetterà di configurare un server fax, attenzione che usa Hylafax, ed infatti vi chiederà subito di installare il pacchetto Hylafax-server. Verrà visualizzata una nuova icona in MCC nella sezione Hardware | Configura stampanti e scanner.
Drakwizard : insieme di wizard per la configurazione del sistema (server ftp, web, dhcp, dns, sshd etc)
Altri non verranno visualizzati in MCC ma potranno essere lanciati direttamente da terminale.
Drakoo : Imposta il formato di salvataggio di default per LibreOffice.
Tramite il centro di controllo di KDE4 raggiungibile da
Menu | Computer | Impostazioni di sistema, è possibile configurare tutte quelle opzioni relative al proprio desktop, quindi l'aspetto, le informazioni sull'utente, i programmi predefiniti, le scorciatoie da tastiera con la relativa configurazione dei vari tasti funzione, e molto altro.
Le voci sono le solite già presenti nel centro di controllo di KDE, e le funzioni rimangono le stesse. Sono raggruppate in sezioni il cui titolo già esplicita le funzioni che andremo a controllare.
Se avete installato i driver nvidia ricordatevi di lanciare la voce “Effetti del Desktop” andare nella Scheda “Avanzate” e Impostare OpenGL come tipo di composizione, cosi potrete poi abilitare altri effetti 3D come il cubo solo per fare un esempio. | ||
Selezionando “Aspetto delle applicazioni” si aprirà la questtta finestra con un menù ad icone sulla sinistra e la relativa presentazione delle opzioni modificabili. Selezionando STILE potremo selezionare tramite l'apposito menù a tendina gli stili già disponibili nel sistema. | ||
COLORI, Modifica il set di colori usati (menù barre etc) | ||
Qui potremo selezionare il tema delle icone oppure aggiunge dei set nuovi scaricandoli direttamente da kde-look, per farlo basta premere il tasto [Prendi nuovi temi...] | ||
Per installarli basta scegliere quello desiderato , selezionandolo e premendo su installa
il tema lo ritroveremo nella lista.
NOTA: Il tasto [Prendi nuovi ….] lo potremo ritrovare in altre sezioni e ci permetterà sempre di accedere alla vasta libreria di kde-look. | ||
Scorriamo tutte le voci presenti all'interno del Centro di controllo KDE per verificare tutte le possibili configurazioni |
Di particolare interesse può esserci:
Associazione dei File che permette di selezionare il programma da usare per aprire un determinato tipo di file. Basta cercare l'estensione del file ed organizzare in maniera opportuna la lista di programmi ad esso associato, tenendo presente che il primo programma nell'elenco sarà quello utilizzato normalmente per aprire quel tipo di files.
Avvio Automatico da cui si possono inserire sia i programmi che gli script, da lanciare automaticamente all'ingresso nel nostro desktop. Vedi un esempio di applicazione su uno script, per lanciare un VNC server, nel paragrafo (10.28), io per esempio aggiungo sempre il programma “yakuake”.
Gestione della sessione utile per impostare l'azione di uscita predefinita e rimuovere o aggiungere la richiesta delle opzioni di spegnimento.
Se si preferisce l'impostazione singolo click al posto del doppio per l'apertura dei file
Centro di controllo
Sezione Hardware
Dispositivi di immissione
Mouse
Selezionando sul menu di sinistra il mouse
Abilito “ click singolo per aprire file e cartelle”
Lascio il resto com'è.
Sempre in questa finestra sarà possibili eseguire la calibrazione del joystick
e modificare ed aggiungere delle scorciatoie da tastiera, basterà scegliere le relative icone.
NOTA:
Una sezione dedicata a KDE4 , viene introdotta sul Manuale delle Applicazioni reperibile sempre sul sito www.linux-corner.it .
lm_sensors e' uno di quei pacchetti che viene installato automaticamente durante l'installazione del S.O. Per verificarne la presenza andate in un terminale e digitate:
$sensors <INVIO>
il comando dovrebbe restituire qualcosa del genere:
acpitz-virtual-0
Adapter: Virtual device
temp1: +55.0°C (crit = +105.0°C)
temp2: +51.0°C (crit = +105.0°C)
temp3: +36.6°C (crit = +105.0°C)
temp4: +60.0°C (crit = +110.0°C)
temp5: +60.0°C (crit = +256.0°C)
temp6: +56.0°C (crit = +105.0°C)
oppure
k10temp-pci-00c3
Adapter: PCI adapter
temp1: +29.1°C (high = +70.0°C)
(crit = +90.0°C, hyst = +85.0°C)
quindi e già tutto installato. Nel caso non venga restituito nulla o non sia presente il comando, basterà installare il pacchetto lm_sensors.
lanciare comunque come amministratore il comando:
#sensors-detect
e seguire i suggerimenti proposti ad ogni domanda (le opzioni scritte in maiuscolo), basta premere invio.
Verranno cosi rilevati e configurati altri dispositivi, rilanciamo il comando “sensors” e otterremo maggiori informazioni:
it8721-isa-0290
Adapter: ISA adapter
in0: +2.82 V (min = +1.36 V, max = +0.68 V) ALARM
in1: +2.82 V (min = +2.33 V, max = +1.60 V) ALARM
in2: +1.21 V (min = +2.94 V, max = +0.28 V) ALARM
+3.3V: +3.34 V (min = +5.35 V, max = +2.38 V) ALARM
in4: +2.99 V (min = +2.08 V, max = +0.95 V) ALARM
in5: +2.53 V (min = +1.12 V, max = +0.83 V) ALARM
in6: +1.64 V (min = +2.66 V, max = +0.32 V) ALARM
3VSB: +6.07 V (min = +1.80 V, max = +3.77 V) ALARM
Vbat: +3.36 V
fan1: 2586 RPM (min = 21 RPM)
fan2: 0 RPM (min = 12 RPM) ALARM
fan3: 0 RPM (min = 11 RPM) ALARM
temp1: +38.0°C (low = +1.0°C, high = -57.0°C) ALARM sensor = thermistor
temp2: +34.0°C (low = -5.0°C, high = -5.0°C) ALARM sensor = thermistor
temp3: -128.0°C (low = +87.0°C, high = +59.0°C) sensor = disabled
intrusion0: OK
Usando KDE4 risulta certamente semplice usare i plasmoidi disponibili per monitorare temperature.
Per poter vedere i vari formati multimediali sia audio che video, nonché leggere i dvd nel modo più completo possibile, occorre installare alcuni pacchetti che forniscono le librerie ed i codec necessari. Molti saranno già installati altri li dovremo aggiungere.
Libreria / codec |
Descrizione | |
32 bit | 64 bit | |
libdvdcss2 | lib64dvdcss2 | Accesso DVD usando deCSS |
libdvdread4 | lib64dvdread4 | Libreria per lettura Immagini DVD Video |
libdvdnav4 | lib64dvdnav4 | Libreria DVD Navigation |
libdv4 | lib64dv4 | Codecs per Quasar DV Video |
liba52dec0 | lib64a52dec0 | Libreria per decodifica ATSC A/52 streams |
libdvbpsi | lib64dvbpsi7 | Decodifica MPEG2 e DVB PSI sections |
libebml3 | lib64ebml3 | Extensible Binary Meta Language |
libmatroska5 | lib64matroska5 | Libreria per file Matroska (HD) |
win32-codecs |
| Insieme di codecs |
x264 | x264 | H264/AVC encoder |
real-codecs | real-codecs | Codecs real player |
faac | faac | Free Advanced Audio Encoder (AAC encoder) |
faad2 | faad2 | Free Advanced Audio Decoder (Mpeg2 e 4 decoder) |
Installandoli potrai vedere tutti i tuoi DVD e leggere la maggior parte dei formati audio/video
SE HAI ATTIVATO tutti I REPOSITORY
ti sarà sufficiente usare INSTALLA SOFTWARE da MCC cercare. selezionare ed installare i vari pacchetti.
Nota Obbligatoria: Alcuni di questi pacchetti gestiscono formati coperti da Diritti (DRM o altro), il cui uso potrebbe essere illegale nel paese di utilizzo, per questo vengono rilasciati dai repository Restricted.
NOTA: se hai installato la versione a 64bit cerca le sopracitate librerie nella versione a 64bit in pratica basta cambiare il nome da libdvdcss2 <>lib64dvdcss2, solo per fare un esempio. Ti conviene cercarli con il programma grafico per l'installazione dei pacchetti, in modo tale da semplificare la ricerca e il controllo della versione (64bit/32bit) che sono entrambe presenti.
Come già detto, il rilevamento e montaggio dei dispositivi USB è decisamente efficiente, quindi in linea di massima tutto ciò che si connette al PC viene rilevato e montato automaticamente presentando una ICONA nell'apposito widget
Inoltre selezionando il dispositivo dalla suddetta finestra compare una finestra con varie opzioni tra cui scegliere, ad esempio apri in una finestra oppure non fare nulla, formatta e altro.
Nel caso inserissimo una macchina fotografica e non dovesse essere presentata, si può usare il programma DIGIKAM, basta collegare la fotocamera e dal menù “macchina fotografica” si preme su “aggiungi macchina fotografica”.
La comunicazione avverrà tramite ¨ptp mode¨
Digikam è utile sia come catalogatore / visualizzatore sia per correggere e ritoccare le nostre foto, il programma è complesso e ricco di funzionalità e richiede pertanto un discreto tempo di apprendimento delle funzioni, anche se molte delle possibili operazioni da eseguire sulle foto sono automatizzate dai vari plugins presenti in Digikam e dagli ottimi kipi plugins che estendono ancora le funzionalità del programma.
Aggiungo qualche link:
|
Vedere anche il “MANUALE DELLE APPLICAZIONI” sempre su linux-corner
Come spesso avviene in Linux abbiamo anche per l'OCR dei programmi da linea di comando e dei front-end per semplificarne l'utilizzo,
abbiamo quindi a disposizione
Gocr (versione 0.49)
Ocrad (versione 0.21)
Tesseract (versione 3.02.02)
Vedere il “MANUALE DELLE APPLICAZIONI” sempre su linux-corner
Sempre più produttori di hardware rilasciano driver proprietari anche per Linux, uno di questi è NVIDIA, produttore di chip grafici (GEFORCE2, 4 , GEFORCE FX, GeForce serie 6000/7000/8000 etc) e chipset per motherboard NFORCE (Nforce 2, Nforce2 ultra 400, Nforce3 Nforce4 etc)
NOTA: A mio parere è assolutamente da preferirsi l'installazione tramite pacchetti DKMS, i quali hanno molti vantaggi tra cui elenco :
1.Semplicità di installazione
2.Aggiornamento automatico dei driver durante gli aggiornamenti del sistema.
3.Ricompilazione automatica dei driver in caso di aggiornamento del kernel e dei relativi pacchetti devel.
usare l'altro metodo solo nel caso di impossibilita di accesso alla rete.
I driver open source usati nella distribuzione sono i driver nouveau, tuttavia spesso, per varie esigenze ludiche o professionali che siano, occorre installare gli ottimi driver proprietari nvidia, che hanno prestazioni decisamente migliori.
Per installare correttamente i driver proprietari nvidia è necessario che il kernel utilizzato e il pacchetto kernel devel siano allineati, altrimenti l'installazione del driver non verrà completata, questo viene fatto in modo automatico durante la configurazione del serve X11 da MCC.
Se non si hanno esigenze particolari usare i driver DKMS, vedi paragrafo Successivo.
Dal sito Nvidia nella sezione download si possono scaricare gli ultimi driver per la propria scheda, basta selezionare la serie e si verrà mandati nella pagina di download opportuna
Cio che si scarica e' un file .run
NVIDIA-Linux-x86_64-331.20.run
(Il numero varia in caso di nuove versioni)
NOTA: questa procedura richiede che non siano caricati i moduli nouveau, perché del tutto incompatibili con i driver proprietari nvidia.
Quindi ora che i driver open sono i nouveau, invece dei classici nv, per installare il driver non potremo semplicemente uscire dal serverX ma dovremo eseguire il boot direttamente in init3
il serverX non sarà in funzione ma soprattutto non saranno caricati i driver nouveau e si ci ritroverà davanti ad una console pura.
A questo punto si va nella directory dove abbiamo salvato il nostro file .run e lo renderemo eseguibile con il comando:
#chmod +x NVIDIA-Linux-x86_64-331.20.run
e poi lo lanceremo
#sh NVIDIA-Linux-x86_64-331.20.run
Partirà una applicazione che installerà nel sistema il nuovo driver, ma per farlo dovrà compilarne uno.
Unica attenzione e nel rispondere NO alla richiesta di connessione al mirror Nvidia per la ricerca di un driver già compilato (si può anche tentare se si ha internet ADSL già attivo e se non si è mai aggiornato il kernel).
Finita la procedura si deve dire al sistema di usare il driver Nvidia, per farlo occorre editare il file:
/etc/X11/xorg.conf
quindi:
[root@GOLD davide]#vi /etc/X11/xorg.conf
nella sezione DEVICE cambiare la voce Driver che da "nv" deve diventare "nvidia"
Section "Device"
Identifier "device1"
VendorName "nVidia"
BoardName "NVIDIA GeForce (generic)"
Driver "nvidia"
Option "DPMS"
EndSection
salvare il file
ESC
:wq
controllare inoltre la presenza della voce “nvidia” in /etc/modprobe.preload
e riavviare il sistema con il comando
#shutdown -r now <INVIO>
Se si sono già configurati i repository internet
E' sufficiente andare in Configura il tuo Computer
Sezione Hardware
e premere su Configura il Sistema grafico
Si aprirà una finestra tramite la quale andremo a riselezionare la nostra scheda video, sotto Vendor e nVidia, sono elencate praticamente a gruppi per esempio :
“Geforce 2 MX to Geforce 4”
“Geforce 400 series and later” (installa nvidia-current)
“Geforce 6100 to Geforce 7950” (installa nvidia-304)
“Geforce 8100 to Geforce 360” (installa nvidia-current)
“Geforce FX – series” (installa nvidia-173)
etc
confermare la scelta!
Verremo avvertiti della presenza di un driver Proprietario e ci viene chiesto se vogliamo usarlo.... Clicchiamo su “SI”
Verranno cosi installati tutti i pacchetti necessari tra cui anche i DKMS e il kernel-devel opportuno.
Completate le operazioni di installazione e compilazione dei driver dkms ci verrà chiesto di selezionare
monitor – selezionare l'opzione plug&play
risoluzione – lasciate pure ciò che trovate
ed in fine apparirà una finestra con alcune opzioni da abilitare o disabilitare
e' assolutamente necessario abilitare l'ultima opzione in basso altrimenti al riavvio semplicemente non partirà il server grafico.
In caso di doppio monitor ricordatevi di abilitare l'uscita con l'apposita opzione.
Completate queste operazioni si uscirà dal programma di configurazione, e si dovrà riavviare il PC.
Nota:
Il vantaggio di utilizzare questi pacchetti è, oltre al non dover uscire da X e muoversi su un terminale, quello di venire automaticamente ricompilati ad ogni aggiornamento del kernel, e di venire aggiornati durante i consueti aggiornamenti del sistema.
Lo svantaggio è che aggiornandosi automaticamente durante gli aggiornamenti di sistema si corre il rischio, bassissimo perché vengono prima ampiamente testati, di installare una versione con bachi anche bloccanti, dovuti alla pacchettizzazione o dal driver stesso. Per ovviare a questo problema basta inserire questi driver tra i pacchetti da non aggiornare.
I driver installati forniscono alcuni programmi come nvidia-settings con cui si possono ricavare molte informazioni sul hardware della scheda video.
Ma anche configurare un eventuale secondo monitor.
In caso si voglia usare questa applicazione per configurare la scheda video ricordarsi di lanciarlo come amministratore, il comando da usare è:
#nvidia-settings
Lanciandolo come amministratore potremo salvare le modifiche nel solito file
/etc/X11/xorg.conf
NOTA: Se non vogliamo aggiornare i driver in modo automatico possiamo metterli nella skip.list in modo tale che non siano considerati.
Vedi paragrafo 9.21.Evitare L'aggiornamento di alcuni programmi
Installare i sorgenti del kernel
e seguire le stesse indicazione del paragrafo
5.8.1.2.Installazione driver NVIDIA tramite pacchetti DKMS
Il procedimento e pressoché identico.
Non posso essere più dettagliato in quanto non ho mai avuto modo di provare delle schede ATI, comprando, infatti sempre l'hardware in funzione di Linux, non prendo nemmeno in considerazione le schede diverse da Nvidia o intel..... almeno per ora. Ma questa è soltanto una mia opinione personalissima.
Maggiori informazioni dedicate si possono trovare comunque in rete.
Intel rilascia i driver direttamente alla comunità Open source quindi non ci sono driver proprietari da aggiornare. Avendo un portatile con scheda video Intel ho potuto constatare che i driver rilasciati sono sufficientemente buoni, ed è attivabile anche il 3D.
Le performance non sono paragonabili alle schede Nvidia, ma decisamente buone.
Nota: alcune volte la riproduzione di video con questo tipo di schede video presenta un anomala sovrapposizione di puntini neri sulle immagini. Per risolvere tale problema sarà sufficiente selezionare nelle impostazioni del player nella categoria VIDEO un Video driver adatto, come per esempio X11Shm.
Questo su quasi tutti i player mplayer, xine e i programmi che a loro si appoggiano kmplayer , kaffeine etc.
Se la verifica del funzionamento dei driver proprietari non ha un esito positivo, sarà sufficiente rieseguire il procedimento di selezione della scheda e alla domanda
“esiste un driver proprietario ….. lo vuoi utilizzare” rispondere NO!
Completare e riprovare sempre con il tasto PROVA, il corretto funzionamento del driver open.
A questo punto riavremo una interfaccia grafica e potremo dedicarci a capire l'origine del problema con i driver Proprietari.
Il boot loader di default in OpenMandriva Lx 2013 è GRUB2
Per la sua configurazione consiglio l'utilizzo del tool grafico
presente nella sezione “Avvio” del OpenMandriva Control Center.
Qui si può selezionare per esempio il ritardo prima di avviare il sistema operativo predefinito
Premere AVANTI | |
A questo punto potremo aggiungere altri sistemi operativi eventualmente installati su altri HD. |
In questi paragrafi verranno date indicazioni su come si installano le più comuni periferiche su OpenMandriva, spesso non sarà necessario fare nulla altre volte dovremo eseguire dei passi, in linea di massima semplici.
Da “Configura il Computer“
sezione Hardware
Premere il tasto:Configura stampante (i), code di stampa, ….
Ci ritroveremo davanti ad una finestra in cui andremo ad aggiungere la stampante, già collegata, tramite il tasto AGGIUNGI.
In seguito potrebbe essere necessaria l'installazione di alcuni pacchetti, quindi accertarsi di aver già configurato i repositori e di avere l'accesso ad internet attivo. Se richiesto accettare l'installazione dei pacchetti necessari.
Se la stampante viene collegata tramite USB la troveremo già nella lista, se invece è una stampante di rete dovremo scegliere :
¨Trova stampante di rete¨ aggiungendo nell'apposito spazio HOST l'indirizzo IP della stampante e rintracciarla tramite il tasto TROVA
Dopo alcuni istanti di ricerca verrà trovata la stampante e verrà aggiunta alla lista ¨Stampante di rete¨
Premiamo sul tasto AVANTI per completarne la configurazione, se saranno necessari verranno installati altri pacchetti.
Ora sceglieremo il driver da usare, cerchiamo la marca della nostra stampante ed il modello dalla lista. Nella finestra di destra saranno presenti diverse driver, tra cui scegliere. Vanno bene tutti, in genere è sufficiente selezionare quello raccomandato e premere AVANTI
Impostare il nome e la descrizione della stampante e premere APPLICA
Nella finestra Proprietà della stampante sarà ancora possibile cambiare delle Opzioni, per esempio la qualità di stampa da usare come valore predefinito piuttosto che la stampa su due lati se disponibile (in genere nelle stampanti da ufficio o nelle multi-funzioni)
NOTA:
I passaggi e le opzioni dipendono molto dal tipo di stampante, marca, modello, tipo di connessione ed optional disponibili, quindi ciò che sarà richiesto potrebbe variare un po dalla descrizione appena fatta.
Se la vostra stampante è una HP potete usare il programma “Hp device Manager” per configurare e gestire la stampante, se avete una multifunzione HP usate questo programma per configurare la stampante ed il fax in un unico colpo.
Cercare in rete eventuali guide o indicazioni.
Su www.linux-corner.it è presente, per esempio, una guida per la stampante HP 6500 Multifunzione con collegamento ethernet.
Da Configura il tuo Desktop
sezione Hardware
Premere il tasto::Configura uno scanner
Verranno installati se necessario alcuni pacchetti tra cui ovviamente il back end sane, dopo di che verrà rilevato lo scanner connesso al PC.
NOTA: Se possedete una stampante multifunzione HP non usate questo sistema per configurare lo scanner integrato, il driver HP per la stampante già prevede tutto il necessario per usare lo scanner.
Capitolo
6
Vedi “Manuale delle Applicazioni ” per avere una guida ai programmi di più frequente utilizzo.
Posta elettronica
Programma di masterizzazione
Gestore file audio Mp3,ogg
Gestore Fotocamera e foto
Gnucash (gestore finanze personali)
Ed altro
Vedere il “MANUALE DELLE APPLICAZIONI” sempre su linux-corner
Capitolo
7
Ci sono alcuni ritocchini che possono essere utilizzati per rendere più fruibile il nostro sistema.
“Yakuake”, per esempio, è uno splendido programmino che permette di avere sempre pronto un terminale. Non lo si vedrà ma basterà un semplice click su F12 e comparirà dall'alto.
Simple Wellcome
Il menù predefinito di OpenMandriva Lx 2013 si chiama Simple wellcome, è un menù un po particolare che occupa praticamente l’intero schermo e che ricalca il menù dei dispositivi portatili come tablet e smart-phone presentando tutte le icone delle applicazioni installate, con possibilità di scorrimento orrizontale e possibilità di raggrupparle trascinando un icona sull'altra, fino ad ottenere dei gruppi.
É diviso in tre sezioni: La prima è un riepilogativo con con ultime applicazioni eseguite e l'accesso ai dischi e directory principali
Notare la possibilità di fissare alcuni programmi del gruppo Applicazioni recenti, in modo tale da non farli sparire. Per farlo basta un click con il tasto destro del mouse che farà comparire una stella gialla, su cui noi poi andremo a cliccare con il tasto sinistro del mouse per fissarla.
| |
Quella centrale presenta tutte le icone dei programmi installati nel sistema
Queste icone possono essere spostate basta tenere premuto il tasto sinistro del mouse per un po su una di loro.
Oltre ad assere spostate si possono anche raggruppare basta spostarle sopra ad altre per creare in automatico un gruppo.
Al gruppo può essere cambiato il nome. | |
La terza denominata TimeFrame ha due sezioni diverse la prima “My Local Documents” Riporta in ordine cronologico tutte i documenti (foto e video compresi) ma per funzionare richiede l'abilitazione di Nepomuk dal centro di controllo KDE.
La seconda “Social Networking Site” da accesso a facebook & altri servizi online
Opinione personale: non mi sembra il posto adatto per inserire queste funzionalità. |
Per aggiungere e cambiare altri menù, più convenzionali, si deve provvedere ad aggiungere l'oggetto “Avviatore di Applicazioni” che aggiungerà al pannello il menu Kickoff, oppure a scaricare nuovi oggetti per PLASMA , potete provare BigLancelot, appmenuQML ed altri.
Dopo l'installazione abbiamo a disposizione di ogni programma diverse serie di caratteri, nei repository internet, ve ne sono diversi altri.
una lista completa la si può trovare su “Installa software” cercando “font”
OpenMandriva 2013 utilizza la RocketBar creata da Rosa LAB e che sostituisce interamente il pannello classico di KDE4.
Il passaggio da una configurazione all'altra risulta piuttosto semplice, basta andare sul tool box nell'angolo a destra e selezionare la voce
AGGIUNGI PANNELLO e dal menù selezionare il tipo di pannello desiderato.
Le opzioni sono tre:
1)Pannello Predefinito
2)Pannello vuoto
3)RocketBar
La prima e la terza voce ricreano in un colpo solo un pannello completo in versione classica KDE4 e RocketBar dei RosaLab
Quindi basta rimuovere completamente il pannello che si vuole sostituire ed aggiungere il pannello desiderato. Per farlo usare il menù contestuale che compare premendo il tasto destro del mouse sopra il pannello da rimuovere e selezionando :Rimuovi Pannello
Nota: Nel caso in cui non si rimuova il pannello già' presente il nuovo pannello lo andrà a ricoprire senza sostituirlo. Quindi basta spostarne uno su un altro lato dello schermo per averli entrambi visibili.
Capitolo
8
Vedi Manuale delle Applicazioni per questa sezione, lo trovi nella pagina Manuali di Linux-corner.
http://www.linux-corner.it/it/pagine/Manuali.htm
Capitolo
9
In questo capitolo elenco alcune nozioni che spesso torna utile conoscere, anche se non sono assolutamente necessarie per l'uso quotidiano e proficuo del sistema, possono semplificare la vita in caso di problemi.
Nel manuale faccio spesso riferimento a comandi eseguiti su terminali, alcune volte soprattutto all'inizio ciò può risultare ostico, tuttavia è bene specificare che tutte le operazioni di configurazione, installazione etc possono essere fatte anche tramite le varie applicazioni grafiche fornite da OpenMandriva, come da qualsiasi altra distribuzione Linux.
Detto questo, con il passare del tempo alcune operazioni, preferirete farle tramite riga di comando, proprio in funzione della loro praticità e rapidità.
Per utilizzare la shell occorre conoscere almeno i comandi principali che nell'elenco sono evidenziali in grassetto.
La shell può essere chiamata in molti modi sappiate che quando si parla di terminale, prompt, o linea di comando ci si riferisce sempre alla stessa cosa.
Ci sono un enorme quantità di comandi, qui di seguito un breve elenco dei più significativi ed utilizzati, e per alcuni sono elencate anche le principali opzioni.
man : formatta e mostra le pagine della guida in linea.
cd : cambia la directory corrente.
ls : mostra il contenuto di una directory.
cp : copia file e directory.
mv : muove o rinomina un file o una directory.
rm : cancella file e directory.
mkdir : crea una directory.
ln : crea link a file e directory.
pwd : mostra la directory corrente.
chmod : modifica i permessi di accesso di un file.
Chown : cambia il proprietario di un file.
cat : mostra il contenuto di un file.
find : cerca un file tra le directory.
vi : l'editor di testo. l'unico ed il solo.
df : mostra lo spazio libero sul disco fisso.
free : mostra lo stato della memoria.
mount : monta un filesystem.
umount : disattiva un filesystem.
ps : visualizza un elenco dei processi correnti.
kill : invia un messaggio (TERM di default) ad un processo.
hostname : mostra e cambia il nome dell'host.
gzip : comprime e decomprime file .gz.
tar : crea backup di file (file .tar).
more : separa l'output in piu' pagine (anche less).
less : separa l'output in piu' pagine
reset : resetta il terminale alle impostazioni iniziali.
zip e unzip : comprime e decomprime file .zip.
top : mostra i processi che usano più' tempo CPU o memoria.
uncompress : decomprime file compressi (file .Z)
dmesg : stampa log eventi sul sistema, se inserisci una memoria USB o un altro dispositivo vedi a cosa viene associato:
Alcuni precisazioni sulle varie opzioni dei seguenti comandi:
cp : copia file e directory.
-r ricorsivo. (se copi una directory)
-a mantiene gli attributi.
-f forza.
rm : cancella file e directory (nota bene: NON esiste undelete!!!).
-d anche directory.
-i chiede conferma.
-f forza.
-r ricorsivo. (se cancelli una directory)
tar : crea od estrae backup di file.
x estrae.
c archivia.
v verbose.
f file (in cui archiviare o da estrarre).
z processa prima con gzip (per file .tar.gz o .tgz).
In genere per archiviare:
tar -cvf <nomearchivio.tar> <nomefiles (o directory)>
e per estrarre
tar -xvf <nomearchivio.tar>
oppure
tar -zxvf <nomearchivio.tar.gz>
oppure
tar -zxvf <nomearchivio.tgz>
gzip : comprime e decomprime file (estensione .gz).
-d decomprime.
-f forza.
-r ricorsivo.
-1 più veloce.
-9 miglior compressione.
ps : visualizza un elenco dei processi correnti.
l formato esteso.
u nome utente ed ora di avvio.
m informazioni sull'utilizzo della memoria.
a mostra anche i processi di altri utenti.
r mostra solo i processi attivi.
x mostra anche i processi che non controllano un terminale.
tail : mostra la fine di un file.
-s solo le ultime s righe.
-c x ultimi x byte.
-f continua a leggere un file, utile se questo viene modificato.
chgrp : cambia il gruppo di appartenenza di un file.
chmod : modifica i permessi di accesso di un file.
metodo numerico:
primo numero (opzionale):
4 : set user ID
2 : set group ID
1 : swappa la text image
secondo numero; permessi del proprietario:
4 : lettura
2 : scrittura
1 : esecuzione
terzo numero; permessi del gruppo, stessi valori.
quarto numero; permessi degli altri, stessi valori.
-R ricorsivo.
chown : cambia il proprietario di un file o directory.
user.group setta il proprietario a user.group
-R ricorsivo.
rpm : gestire pacchetti .rpm
-i installa un pacchetto.
-e rimuove un pacchetto.
-qi [-qip] mostra informazioni su un pacchetto [non] installato.
-ql [-qlp] mostra i file contenuti in un pacchetto [non] installato.
-qa mostra l'elenco dei pacchetti installati.
OpenMandriva fornisce il comando “urpmi” molto comodo e funzionale.
#urpmi <nome pacchetto.rpm>
Benché tutte le modifiche ai vari file di configurazione si possano eseguire tramite i consueti editor grafici come kwrite, lanciandoli in modalità di amministratore.
Con KDE4 occorre aprire il terminale e passare ad amministratore per poi lanciare il programma.
[davide@GOLD ~]$su -<INVIO> (NOTARE il trattino dopo il comando è assolutamente necessario)
password:
[davide@GOLD ~]# kwrite<INVIO>
un ottimo editor da terminale è il famosissimo VI.
purtroppo il suo utilizzo non è dei più semplici, tuttavia ricordandosi solo alcuni comandi si riesce in pochi istanti ad eseguire quelle modifiche minimali richieste, alcune volte, nei vari file di configurazione.
([davide@GOLD ~]#vi nome del file <INVIO>
ecco solo alcuni comandi utili da conoscere.
Comando | Effetto |
vi nome del file | Apertura file |
Esc | Passa da modalità scrittura a visualizzazione |
i | Abilita la scrittura nella posizione del cursore (insert) |
a | Abilita la scrittura nella posizione successiva (append) |
x | In modalità visualizzazione elimina il carattere sottostante |
dd | Elimina la riga |
Esc : | Abilita i comandi di salvataggio uscita |
Esc : r | Inserisce il contenuto del file letto (r /etc/fstab inserisce il contenuto di fstab nel file e nel punto su cui stiamo eseguendo il comando) |
Esc : wq | Salva ed esce (write quit) |
Esc : q! | Esce senza salvare |
Aprendo un terminale si ottiene quello che si definisce prompt :
es. [davide@GOLD ~]$
oppure [root@GOLD davide]#
queste stringhe presenti su ogni nuova linea ci danno alcune informazioni
tipo:
lo user (davide, root)
Il nome del sistema (GOLD)
e soprattutto il PATH (~ davide)
se da davide mi sposto nella directory Musica tramite il comando
[davide@GOLD ~]$ cd Musica
il promt diventerà cosi:
[davide@GOLD Musica]$
Infine l'informazione più importante ci dice se siamo utente ($) o amministratore (#)
il simbolo # indica che sei Super user (amministratore o utente root), per diventarlo digita:
[davide@GOLD ~]$ su <invio>
[davide@GOLD ~]$ password *******
[root@GOLD davide]#
Nota:
Se si volessero editare dei file come utente root ma da interfaccia grafica basta
aprire il terminale e passare ad amministratore per poi lanciare il programma desiderato.
[davide@GOLD ~]$su -<INVIO> (NOTARE il trattino dopo il comando è assolutamente necessario)
password:
[davide@GOLD ~]# kwrite<INVIO>
Qualunque programma può essere lanciato con i privilegi di root nello stesso modo. ATTENZIONE perché l'utilizzo dello user root ha pesanti implicazioni a livello di sicurezza. vedi #2.5
Ecco la struttura del file system alcune cartelle sono basilari per un lavoro quotidiano, tra queste la propria directory home.
./
../
bin/ --> link ai programmi e programmi di sistema
boot/ --> file per l'avvio, Boot manager(LILO) ect
dev/ --> Cartella con tutti i dispositivi utilizzabili rilevati e no
etc/ --> Cartella con tutti i file di configurazione di tutti i programmi
home/ --> Contiene le cartelle degli utenti.
|davide
|alessia
|andrea
|alice
initrd/ --> Cartella di sistema
lib/ --> Contiene la maggior parte delle librerie necessarie ai vari programmi
Media/ --> Contiene link a Cdrom, floppy come /mnt
mnt/ --> Contiene le directory con le partizioni di windows® o i dispositivi rimovibili ,Chiavette USB, iPod ect
|Cdrom
|Floppy
|Wind_C
|Wind_D
|Removible
opt/ --> Cartella usata in altre distribuzioni per installare programmi (Libreoffice in versione ufficiale viene installato qui)
proc/ --> Cartella di sistema (contiene tutte le info sul proprio hardware)
root/ --> Cartella utente root
sbin/ --> Cartella di sistema (link a programmi)
sys/ --> Cartella di sistema
tmp/ --> Classica cartella temp
usr/ --> Contiene tutti i programmi e altro
var/ --> Cartella di sistema [ qui risiedono tutte le informazioni che variano, più un po di cartella contenenti per esempio la sezione “html “ per gestire un server web (apache) in cui si vanno ad inserire le pagine WEB in costruzione o da pubblicare.]
SISTEMA
LA PASSWORD DI ROOT NON DEVE MAI ESSERE USATA COME SE FOSSE UN UTENTE NORMALE, USARE L'UTENTE ROOT COME UTENTE PRINCIPALE PENALIZZA GRAVEMENTE LA SICUREZZA DEL SISTEMA.
QUINDI USARE IL PROPRIO USER!
DATI
EFFETTUARE IL BACKUP PERIODICO DEI DATI VERSO UN'ALTRA PARTIZIONE O MEGLIO UN DISCO DIVERSO, è una buona norma onde evitare la perdita di dati totale, sia per involontaria cancellazione sia per rottura del supporto di archiviazione.
Ci sono vari modi per cambiare la propria password ma il più semplice e rapido
è quello di aprire un terminale e digitare il comando “passwd”.
$passwd <INVIO>
Verrà chiesto di inserire in sequenza
la vecchia password
La nuova password
ancora la nuova password
Fatto....
Per farlo con Applicativi grafici occorre lanciare il programma di configurazione Configura il tuo Desktop
Spostarsi sulla scheda SISTEMA e cliccare sulla voce
“Gestione degli utenti del sistema”
Selezionare l'utente e cliccare su tasto Modifica.
Nella maschera che compare scrivere la nuova password nei campi
Password e Conferma Password.
Click su OK e uscire dal programma.
NOTA: Come si può vedere già da questo esempio alcune operazioni sono molto più rapide se eseguite da terminale.
Può capitare la necessita di utilizzare applicazioni residenti su altri server (Linux, HP, SUN), in questi casi occorre ricordarsi due cose importanti:
a) Esportare il proprio DISPLAY :
quindi dopo aver fatto login sul server gli diamo il seguente comando
setenv DISPLAY <indirizzoIP della nostra macchina>:0.0
b) Permettere l'accesso al proprio server X alla macchina che ospita il programma.
Da terminale sulla nostra macchina $xhost <nome del server>
oppure $xhost + (permette l'accesso a tutti)
questi comandi possono essere automatizzati al login in vari modi il più semplice e inserire la riga di comando xhost <nome server> nel file .bash_profile
che si trova nella nostra home
questo è il posto dove mettere eventuali script/programmi che si desidera far partire in automatico.
In caso di accesso tramite SSH (sempre che il server lo supporti) non ci sarà bisogno di altro comando oltre al seguente:
ssh -X <nome del server> -l <user>
Se abbiamo due o più PC in rete possiamo usare XDMCP per connetterci da remoto ai vari PC aprendo una vera e propria sessione remota con il proprio user. Di fatto lo stesso PC, e le applicazioni in esso contenute potranno essere usate da più utenti in contemporanea.
Editando il file di configurazione /etc/alternatives/kdm4-config modificando il campo “Enable” rendiamo il PC raggiungibile.
Ovviamente come amministratore, scorreremo il file fino alla sezione Xdmcp e metteremo Enable=true
[Xdmcp]
Enable=true
Willing=/usr/share/X11/xdm/Xwilling
Xaccess=/etc/X11/xdm/Xaccess
Lato client abbiamo due possibilità
1)Dalla maschera di login scegliere tra le opzioni Remote login selezionare la macchina da raggiungere e provvedere al login
2)Dal proprio desktop aprire un terminale e dare il comando X :1 -query <nome del PC da raggiungere o indirizzo IP>
in entrambi i casi ci si ritroverà alla consueta maschera di login.
Nota 1: nel secondo esempio avremo il nostro desktop (locale) raggiungibile tramite CTRL+ALT+F8 mentre quello remoto tramite CTRL+ALT+F9
Nota 2: Meglio non usare il desktop 3D per questo tipo di applicazioni.
Nota 3: Se facciamo il log-off ciò che otteniamo è la chiusura della sessione, e dei processi/programmi attivati, quindi non è da usare come controllo remoto di una sessione. Se questo è ciò che volete dovrete usare qualcosa come tightVNC o TigerVNC, vedi il relativo paragrafo.
Da Configura il tuo Computer
sezione Hardware
Premere il tasto:
“Configurazione delle autentificazioni per gli strumenti OpenMandriva”
Si aprirà una finestra con la lista delle operazioni su cui sarà possibile scegliere il tipo di autentificazione necessaria, tra le seguenti opzioni:
Password di root
Password dell'utente
No password
Per fare un esempio la configurazione di default prevede la possibilità di eseguire gli aggiornamenti del sistema inserendo la password dell'utente, se avete figli sarebbe meglio cambiare questa opzione con “Password di root” da questa maschera lo potrete fare in modo semplice, modificando la seconda voce.
In alcuni casi (rari)l'installazione del S.O. non riesce a concludersi o ad iniziare, spesso e sufficiente aggiungere al kernel delle opzioni che abilitano / disabilitano / forzano “qualcosa”. Questa sezione elenca alcune opzioni da aggiungere al kernel, per risolvere questo tipo di problemi.
Iniziamo con il chiarire come e dove si mettono queste opzioni in FASE DI INSTALLAZIONE.
Al Boot da DVD quando si presenta la schermata con le varie opzioni
Si seleziona Install OpenMandriva e si preme il tasto funzione TAB
compare una riga di comando (Boot option) in fondo alla quale andremo ad aggiungere l'opzione preventivamente scelta in funzione del problema riscontrato, per esempio NOAPIC e NOLAPIC ed altri.
Occorre solo aggiungere le opzioni desiderate in fondo alla riga “boot option”
vediamo cosa dovrebbero fare queste opzioni.
Opzione | Descrizione | Info | |
NOAPIC | Disabilita APIC (Advanced Programmable Interrupt Controllers) | Sistema usato per impostare gli interrupt dei vari dispositivi | (*) |
NOLAPIC | Disabilita APIC (Local Advanced Programmable Interrupt Controllers) | Sistema usato per impostare gli interrupt dei vari dispositivi |
|
ACPI=OFF | Disabilita ACPI (Advanced Configuration and Power Interface) | Sistema per controllare velocità delle ventole ed i vari tipi di spegnimento del PC | (*) |
NOAPM | è l'altro power management in uso. |
|
|
mem=xxxM | Sovrascrive la memoria rilevata dal sistema utile per PC vecchi ma anche per laptop con scheda video che condivide la memoria | Sovrascrive la memoria rilevata dal sistema da usare in caso di discrepanza tra la memoria rilevata e quella realmente presente. | (**) |
nopcmcia | Disabilita i dispositivi PCMCIA presenti nel sistema |
|
|
nosmp | Forza il boot in single processor mode |
|
|
speedboot | Opzione che abilita l'avvio rapido del sistema | OpenMandriva usa speedboot per velocizzare l'avvio caricando prima i servizi necessari alla partenza dell'interfaccia grafica |
|
edd=off |
|
|
|
mce=off nomce | Controllo delle eccezioni del sistema | Disabilita questo controllo |
|
nomodeset | Impedisce al kernel di determinare la risoluzione dello schermo | Da applicare in caso avvio e stallo su schermo nero. |
|
nokmsboot | Disabilita il boot su multi core | Usa solo un core del uP per il boot |
|
(*) Provalo se ti è impossibile avviare l'installazione del S.O.
(**) sostituire xxx con il valore della memoria espresso in Megabyte.
Anche OpenMandriva Lx 2013 continua ad avere la possibilità di impostare speedboot.
Speedboot è un sistema per velocizzare l'avvio, in pratica si caricano prima i servizi necessari alla partenza dell'interfaccia grafica. Il sistema deve essere ancora un po sviluppato e limato.
La configurazione iniziale prevede che l'opzione sia impostata su NO, per eseguire il Probe e vedere se si possa realmente abilitare occorre aggiungere l'opzione di boot speedboot=probe.
Al primo avvio, cercherà di verificare la compatibilità del sistema con lo speed-boot, e al secondo avvia lo userà o meno in funzione della prima verifica.
Basta editare come amministratore il file
/etc/sysconfig/speedboot
modificando
SPEEDBOOT=yes
piuttosto che
SPEEDBOOT=no
in questo modo non sarà necessario aggiungere o rimuovere nessuna opzione del kernel.
Se la volete forzare attiva, assegnate a SPEEDBOOT=yes
Durante l'avvio del sistema veniamo “intrattenuti da una bella schermata ed una barra che indica la progressione del Boot del sistema, questa è solo una copertura della classica checklist di avvio dei sistemi Linux, che potrebbe spaventare i nuovi utenti e che comunque era “brutta” a vedersi.
Per tirarla fuori basta premere il tasto ESC durante l'avvio.
La sequenza di “OK” oppure “Fallito” dedicata ad ogni avvio di servizi, può essere utile per verificare la presenza o meno di problemi, ma molto spesso risulta essere troppo veloce per la corretta comprensione dell'accaduto, quindi per rileggere con calma ciò che è avvenuto nell'ultimo avvio, basta andare a vedere il “log di sistema” /var/log/boot.log lo si può leggere da terminale tramite i soliti comandi
#cat /var/log/boot.log
oppure con
#less /var/log/boot.log
o ancora aprirli su kwrite in questo caso con
#kwrite /var/log/boot.log (bisogna essere Amministratore – comando “su -”
Note:
Meglio usare il primo comando per una comprensione più chiara.
Notare la necessita di aprirli come amministratore (SU)
Ciò che vedremo sarà una lista del genere :
Avvio servizi SMB: [ OK ]
Avvio servizi NMB: [ OK ]
Avvio wine: [ OK ]
Dove andremo a cercare non gli OK ma bensì gli eventuali [FALLITO].
NOTA: Con l'utilizzo di speed boot vista la velocità di partenza del sistema, e il numero ed il tipo di servizi che partono prima, risulta ancora più importante verificare, in caso di problemi, o per curiosità, il log di sistema /var/log/prcsys.log memorizzato.
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente i file .log di sistema vengono messi nella directory /var/log/ qui potremo leggere altri log con alcune informazioni utili.
Alcuni file sono listati molto lunghi che riportano e memorizzano le informazioni per ogni giorno, per limitare la visione alle ultime righe memorizzate usare il comando “tail” con l'opzione -<numero di righe> per esempio:
#tail -20 /var/log/dmesg
Non succede spesso ma alcune volte capita di trovarsi davanti ad un programma bloccato possiamo usare tre metodi differenti per “uccidere il processo”
1)usare il comando top su un terminale il quale presenterà dopo un tot righe di informazioni una lista dei processi attivi: in cui noi dovremo trovare quella con un utilizzo della CPU più alto oppure il nome del programma bloccato nella riga corrispondente troviamo l'informazione PID che ci serve per uccidere il programma
PID USER PR NIVIRT RES SHR S %CPU %MEM TIME+ COMMAND
3581 root 15 0 286m 52m 4660 R 5 10.6 3:07.52 X
4294 davide 15 0 31856 14m 11m S 3 2.9 0:18.51 yakuake
3831 root 15 0 7168 1168 884 S 0 0.2 0:03.36 nmbd
Quindi basta prendere il tasto k di (kill) ed inserire il nome del processo da uccidere dopodiché premere 9.
per uscire da comando top usare “q”
2)premere la sequenza di tasti CTRL+Esc ,si aprirà una finestra con la lista dei processi, esattamente come in top, ma meno “impressionante”, dove andremo a cercare le stesse informazioni di prima ma, in questo caso sarà sufficiente selezionare la riga e premere il tasto “UCCIDI”. Da notare che si possono ordinare le informazioni premendo sulle intestazioni delle colonne.
3)Installare xkill (#urpmi xkill ) lanciarlo dal menù | esegui comando, comparirà un teschio al posto della freccia del mouse e ci limiteremo ad andare a cliccare sulla finestra da uccidere.
Scegliete il metodo che preferite, ma ricordatevi che esistono vari modi per farlo.
Questo manuale, come del resto molti degli altri presenti su www.linux-corner.it partono dal presupposto di utilizzare come ambiente desktop KDE (ora KDE4), più che altro per mia comodità visto che è quello che preferisco.
KDE4 è il desktop manager predefinito di OpenMandriva Lx 2013.
Per nostra immensa fortuna, ci sono altri DE e tra quelli che vorreste/dovreste provare ci sono certamente GNOME e XFCE, Lxde i quali esattamente come KDE sono composti da moltissimi pacchetti e librerie alcuni dei quali sono essenziali per un corretto funzionamento del desktop.
Se volete provarli è sufficiente lanciare da amministratore su un terminale i seguenti comandi:
e naturalmente accettare l'installazione di tutte le dipendenze.
Per altri come, ad esempio, Enlightenment sarà necessario installare i pacchetti cercandoli su installa software e andando su Desktop Grafico e Enlightenment, qui dovrete selezionare il pacchetto principale ,e scegliere in funzione delle descrizioni degli altri pacchetti, quelli che vi potrebbero interessare.
Nota: XFCE potrebbe essere adatto a sistemi datati o poco performanti, proprio per la sua caratteristica migliore, la leggerezza.
Io per esempio l'ho scelto come base per il Multimedia center.
Spesso ci si imbatte in problemi dovuti ai permessi impostati sui dispositivi , file, servizi etc,semplificando molto, questi variano in funzione del livello di sicurezza e molti di questi hanno dei gruppi propri per esempio sane, video, tty etc.
Quando non riusciamo da utente a fare qualcosa che invece da amministratore riusciamo ad eseguire,per esempio usare una scheda DVB piuttosto che uno scanner o altro, come prima cosa facciamo in modo di aggiungere al nostro “UTENTE” i gruppi che ci interessano. Per farlo usiamo MCC| SISTEMA| Aggiungi rimuovi modifica account.
Selezionare dalla lista di utenti il proprio nome e cliccare due volte su di esso. Si aprirà una finestra in cui ,sull'ultima scheda GRUPPI, andremo a selezionare la voce che ci interessa.
Selezionare solo quello relativo al vostro problema, non selezionate a tappeto tutto ciò che vi sembra utile.
In alcune occasioni può essere necessario oppure utile riavviare un servizio.
I servizi attivi si possono vedere sia tramite il solito MCC |Sistema | abilita disabilita alcuni servizi del sistema
Nella finestra che mostra i servizi ci sono due tasti per avviare o fermare ciascun servizio, oltre ad un comodo tasto informazioni per avere delucidazioni sul servizio (purtroppo in inglese).
Inoltre si può selezionare /deselezionare la voce boot per impostare quali servizi attivare o meno all'avvio.
Da terminale e come amministratore è possibile tramite il comando
# chkconfig
vedere i servizi che si dovrebbero attivare per ogni specifico runlevel.
Alcuni di questi non ci diranno nulla, altri li riconosceremo dal nome, altri ancora sono molto utili da conoscere.
Solo per esempio :
wine Per wine
xfs Per la gestione dei font (non più utilizzato)
cups Per la gestione delle stampanti
network Per la gestione rete
Per gestire l'avvio, lo stop o la ripartenza dei vari servizi, di cui ci ricordiamo il nome esatto, da terminale si usa il comando “service” come amministratore:
#service <servizio> <comando>
dove <comando> può assumere le seguenti voci
1)start
2)stop
3)restart
facciamo un esempio volendo inizializzare nuovamente la rete daremo il comando:
#service network restart<invio>
ottenendo:
Disattivo l'interfaccia eth0: [ OK ]
Disattivo l'interfaccia eth1: [ OK ]
Disattivazione interfaccia di loopback: [ OK ]
Attivazione interfaccia di loopback: [ OK ]
Attivo l'interfaccia eth0: [ OK ]
Attivo l'interfaccia eth1: [ OK ]
Tralasciando l'installazione normale dei vari pacchetti RPM, che richiede la sola selezione e l'installazione da “installa software” risolvendo automaticamente tutto, mi soffermo sull'aggiunta di particolari set di caratteri necessari per applicazioni eseguite, per esempio, su server SUN/HP etc.
Supponiamo di dover aggiungere una cartella <PROVA> contenente dei font sarà sufficiente copiarla in /usr/share/fonts/
entrare dentro la directory PROVA e lanciare il comando
mkfontdir<invio>
In /usr/share/fonts/ troverete anche le directory relative ai font già installati per esempio:
100dpi/ 75dpi/ chinese/ cyrillic/ default/ drakfont/ java/ misc/ msfonts/ OTF/ override/ Speedo/ ttf/ TTF/ Type1/
Dopodiché andremo nella directory /etc/X11/fontpath.d/
e creeremo un link simbolico alla cartella <PROVA> con il comando:
#ln -s ../../../usr/share/fonts/PROVA PROVA:pri=50
Nota:
NON SERVE RIAVVIARE ALCUN SERVIZIO I FONT SONO SUBITO DISPONIBILI.
Può capitare (raramente) di dover ripristinare il Boot Loader, che generalmente viene memorizzato sul MBR (Master Boot Record)...
Può capitare (raramente) di voler ripristinare il boot loader originale di windows® dopo aver rimosso Linux.
Per farlo occorre usare il DVD di installazione di OpenMandriva Lx 2013
Fare partire il PC (con il CD/DVD) inserito ed aspettare la comparsa del menù con le possibili opzioni.
A questo punto scegliendo la voce “Rescue System” ed attendendo un pochino di tempo per il caricamento del programma, andremo a finire in un nuovo menù, con più opzioni disponibili ma quelle che ci interessano a noi sono:
Re-install boot loader - serve a recuperare le informazioni di Grub dal disco e reinstallarlo nuovamente.
Restore Windows boot loader – ripristina il boot loader di windows® di fatto eliminando GRUB o LILO.
Scegliere la voce opportuna ed attendere la conferma dell'esecuzione dell'operazione, subito dopo si rientrerà nel menù precedente da cui sceglieremo di spegnere o riavviare il PC.
L'aggiornamento automatico dei pacchetti, è una funzionalità molto comoda che permette di mantenere un sistema aggiornato risolvendo bachi, problemi vari e applicando le patch di sicurezza. Tuttavia l'operazione può risultare rischiosa su alcuni pacchetti “particolari” tipo kernel, driver (per esempio nvidia ), infatti si potrebbe passare da un driver perfettamente funzionante ad uno nuovo ma con problemi.
Per ovviare a questo rischio diciamo “calcolato” si può editare il file
/etc/urpmi/skip.list
andando ad aggiungere linea per linea il nome dei programmi che non vogliamo che siano aggiornati.
Per esempio :
/^nvidia/
Nota:
facciamo un esempio concreto, installiamo i driver proprietari della nvidia (nvidia-current), e tutto funziona egregiamente, non riteniamo che sia necessario aggiornarli, se non volontariamente.
Allora editiamo il file /etc/urpmi/skip.list nel seguente modo
# Here you can specify the packages that won't be upgraded automatically
# for example, to exclude all apache packages :
# /^apache/
/^dkms-nvidia-current/
/^nvidia-current-doc-html/
/^x11-driver-video-nvidia-current-32bit/
/^x11-driver-video-nvidia-current/
INFORMAZIONE
OpenMandriva usa l'identificativo UUIUD in fstab, in pratica nelle stringhe classiche
/dev/hda7 / ext3 defaults 1 1
viene sostituito l'identificativo del disco/partizione (/dev/sda1) con un identificativo UUID tipo
# Entry for /dev/sdb1 :
UUID=32cae650-def2-4a5e-9e17-6c35225ff611 / ext4 defaults 1 1
non cambia molto se da un lato può apparire meno comprensibile si ha un bel vantaggio in caso di modifica delle partizioni, se dovessimo cancellare o creare più partizioni quelle rimaste continuerebbero ad avere lo stesso UUID e quindi il file fstab sarebbe comunque valido
Sopra ad ogni stringa c'è un commento che specifica il disco equivalente con la solita sintassi /dev/hda1, /dev/sda5 o altro.
Per visualizzare UUID di un disco usare il comando (da amministratore)
# vol_id -u /dev/hda7 <invio>
NOTA :Se, per qualsiasi ragione, non si vuole utilizzare questo sistema si può ripristinare la “normale sintassi” aggiungendo ai parametri di configurazione del kernel l'opzione
use_uuid=0
Vediamo ora di ricordare il significato delle varie parti della stringa
/dev/sdb1 / ext4 defaults 1 1
/dev/sdb1 (o nuovo UUID) = dispositivo e partizione da montare
/ punto di mount (dove troveremo il contenuto del disco/partizione
ext4 tipo di file system
defaults set di opzioni separate dalla virgola (vedi la tabella sottostante)
1 (dump) specifica se dump deve fare il backup (obsoleto)
1 (pass ) Specifica se fare o meno il controllo del file system all'avvio e con che priorità
0 = Nessun controllo
1 = Controllo con priorità alta (partizione di boot)
2 = Controllo con priorità secondaria
Opzione | Descrizione | Nota |
default | Set di opzioni base: rw, suid, dev, exec, auto, nouser, async. | * |
user | Consente anche agli utenti normali di montare il filesystem |
|
nouser | Non consente agli utenti normali di montare il filesystem |
|
auto | Tutti i filesystem con questa opzione citati in fstab vengono montati all'avvio del sistema (mount -a) |
|
noauto | Il filesystem deve essere montato esplicitamente |
|
exec | Consente l'esecuzione di programmi sul filesystem |
|
noexec | Non consente l'esecuzione di programmi sul filesystem |
|
ro | Monta il filesystem in sola lettura |
|
rw | Monta il filesystem in Lettura / scrittura |
|
async | tutto l'I/O sul filesystem deve essere asincrono | ** |
sync | tutto l'I/O sul filesystem deve essere sincrono | ** |
suid | Consente che i bit suid e sgid abbiano effetto |
|
nosuid | Non consente l'uso di file di dispositivo sul filesystem |
|
dev | Consente l'uso di file di dispositivo sul filesystem |
|
nodev | Non consente l'uso di file di dispositivo sul filesystem |
|
noatime | Non aggiorna la data di accesso all'inode ad ogni accesso. Aumenta la velocità di accesso ai dati |
|
gid=xxx | Indica i permessi del gruppo di utenti con la logica del comando "chmod" (ogni x va da 0 a 7) | * |
uid=xxx | # uid=xxx - indica i permessi dell'utente. | * |
umask=xxx | Imposta i permessi di filesystem DA SOTTRARRE A QUELLI DI SISTEMA (con la logica chmod), umask=777 neanche root può cambiare permessi a nessun file | * |
* Se dopo l'opzione default si inserisce un'altra opzione contraria ad una di quelle presenti all'interno del set di default questa opzione sovrascriverà la precedente. Quindi possiamo usare l'opzione default come base e poi modificare le opzioni aggiungendone altre.
** Fare Attenzione ad utilizzare queste opzioni.
Si può abilitare o disabilitare La combinazione dei tasti CTRL+ALT+Backspace, direttamente dal Xfdrake, basta selezionare l'apposita voce.
Aprire Configura il tuo Desktop
sezione Hardware
si sceglie “Configura il sistema grafico”
Nella maschera che si apre selezionare il tasto “Opzioni”
e deselezionare la voce “Disabilita CTRL+ALT+Backspace”
Premere OK
Verrà richiesto di salvare le modifiche, premere quindi su “SI”
Per le versioni precedenti continuare a usare il vecchio metodo:
La combinazione dei tasti CTRL+ALT+Backspace per riavviare il server X e disabilitata, per riattivarla bisogna modificare il file
/etc/X11/xorg.conf
aggiungendo nella sezione ServerFlags la seguente opzione:
Option "DontZap" "false"
______________________
Section "ServerFlags"
Option "Xinerama" "0"
Option "DontZap" "false"
EndSection
______________________
Spesso occorre utilizzare degli applicativi che richiedono una particolare versione di java, in questo caso basta installare la versione corretta dai repository, senza rimuovere quella già installata.
Per verificare la versione attualmente in uso si può usare il comando:
[Prompt ~]$ java -version
che restituisce:
java version "1.7.0_11-icedtea"
OpenJDK Runtime Environment (OpenMandriva Association-2.4.1.2-x86_64)
OpenJDK 64-Bit Server VM (build 24.0-b50, mixed mode)
tramite il comando alternative (è necessario essere amministratore) si possono verificare le alternative disponibili e passare ad un'altra versione:
[Prompt ~]# alternatives --config java
che restituisce:
There is only one alternative in link group java (providing /usr/bin/java): /usr/lib/jvm/jre-1.7.0-openjdk.x86_64/bin/java
Nothing to configure.
Se avessi installato altre virtual machine troverei un elenco da cui potrei selezionare quella da usare.
Nota: non c'è più la possibilità di installare direttamente dai repository il Java di Oracle (ex SUN), inoltre anche scaricando direttamente dal sito il pacchetto rpm, non lo vedremo nella lista delle alternative.
Dovremo pertanto inserirlo negli alternatives a mano:
Scaricare dal sito il pacchetto rpm desiderato (JDK, JRE a 32bit o 64bit) vedi:9.24.1
installarlo cliccandoci sopra oppure con il comando da konsole urpmi.
#urpmi jdk-7u45-linux-x64.rpm (verrà installato in /usr/java/jdk1.7.0_45/)
dare i seguenti comandi (se installi il jre devi cambiare le stringhe di conseguenza)
update-alternatives --install "/usr/bin/java" "java" "/usr/java/jdk1.7.0_45/bin/java" 1
update-alternatives --install "/usr/bin/javac" "javac" "/usr/java/jdk1.7.0_45/bin/javac" 1
update-alternatives --install "usr/java/jdk1.7.0_45/libjavaplugin.so" "mozilla-javaplugin.so" "/usr/java/jdk1.7.0_45/jre/lib/amd64/libnpjp2.so" 1
update-alternatives --install "/usr/bin/javaws" "javaws" "/usr/java/jdk1.7.0_45/bin/javaws" 1
Ora le alternative sono due:
[root@Gold2 ~]# alternatives --config java
There are 2 choices for the alternative java (providing /usr/bin/java).
Selection Path Priority Status
------------------------------------------------------------
* 0 /usr/lib/jvm/jre-1.7.0-openjdk.x86_64/bin/java 170011 auto mode
1 /usr/java/jdk1.7.0_45/bin/java 1 manual mode
2 /usr/lib/jvm/jre-1.7.0-openjdk.x86_64/bin/java 170011 manual mode
Se preferite installare il java fornito dalla Oracle andate direttamente nel sito
http://www.oracle.com/technetwork/java/javase/downloads/index.html
Premere sul tasto “Download gratuito di java”, e nella lista selezionare le voci rpm opportune, in funzione del vostro sistema, quindi 32bit o 64bit
Scaricatelo!
jre-7u45-linux-x64.rpm
jdk-7u45-linux-x64.rpm
oppure
jre-7u45-linux-i586.rpm per i sistemi a 32bit
ed installatelo (basta un doppio click e inserire la password di amministratore)
Questi rpm installano il java in /usr/java quindi oltre a non rientrare nelle liste delle alternative dobbiamo anche eseguire un paio di semplici operazioni per usarlo nei browser internet.
1) andiamo in /usr/lib64/mozilla/plugins/ oppure in /usr/lib/mozilla/plugins/ per i sistemi a 32bit e cancelliamo i collegamenti simbolici alla libreria libjavaplugins
2) creare un collegamento simbolico /usr/java/latest/lib/amd64/libnpjp2.so
quindi :
cd /usr/lib64/mozilla/plugins/
e
ln -s /usr/java/latest/lib/amd64/libnpjp2.so
riavviando firefox troverete nei plugins il java di Oracle/Sun
Installare il pacchetto autofs
Come amministratore editare il file /etc/autofs/auto.master
[Prompt]# vi /etc/autofs/auto.master
e decomentare la seguente riga
/net -hosts
salvare il file e riavviare il servizio
[Prompt]# service autofs restart
A questo punto potremo montare in automatico le directory NFS condivise.
Sara sufficiente anteporre /net/ al nome della macchina da contattare per averla automaticamente montata sotto /net, lo potremo fare direttamente da dolphin.
Ottimo per anche per semplificare la condivisione di file e cartelle in ambiente domestico usando NFS.
Visto che le schede audio integrate nei nostri PC offrono oramai almeno 6 canali, ci potrebbe venire voglia di provare uno di quei set di casse 5.1. Una volta collocate e collegate al PC, possiamo usare il programma speaker-test, per verificarne il corretto funzionamento e la corretta posizione.
Il metodo tradizionale era quello di installare il programma “speaker-test”
Il programma va installato, ed è ovviamente già presente nei repository, quindi installarlo come al solito usando MCC oppure direttamente da terminale con
#urpmi speaker-test <INVIO>
Prima di tutto si verifica le capacita della propria scheda audio con il comando aplay -L che restituisce tutte le possibili configurazioni.
[Prompt]$aplay -L <invio>
front:CARD=Intel,DEV=0
HDA Intel, AD198x Analog
Front speakers
surround40:CARD=Intel,DEV=0
HDA Intel, AD198x Analog
4.0 Surround output to Front and Rear speakers
surround41:CARD=Intel,DEV=0
HDA Intel, AD198x Analog
4.1 Surround output to Front, Rear and Subwoofer speakers
surround50:CARD=Intel,DEV=0
HDA Intel, AD198x Analog
5.0 Surround output to Front, Center and Rear speakers
surround51:CARD=Intel,DEV=0
HDA Intel, AD198x Analog
5.1 Surround output to Front, Center, Rear and Subwoofer speakers
surround71:CARD=Intel,DEV=0
HDA Intel, AD198x Analog
7.1 Surround output to Front, Center, Side, Rear and Woofer speakers
null
Discard all samples (playback) or generate zero samples (capture)
pulse
PulseAudio Sound Server
default
Default ALSA Output (currently PulseAudio Sound Server)
La via più semplice è scegliere come dispositivo il Sound server PULSE, Facciamo una prova con le cuffie dando due comandi diversi ma ottenendo lo stesso risultato.
speaker-test -Dpulse -c2 -twav -l1
speaker-test -Dfront:Intel -c2 -twav -l1
Voce sulle casse e stampa a video:
speaker-test 1.0.21
Playback device is default
Stream parameters are 48000Hz, S16_LE, 2 channels
WAV file(s)
Rate set to 48000Hz (requested 48000Hz)
Buffer size range from 96 to 1048576
Period size range from 32 to 349526
Using max buffer size 1048576
Periods = 4
was set period_size = 262144
was set buffer_size = 1048576
0 - Front Left
1 - Front Right
Time per period = 3,860220
quindi passiamo a verificare il nostro sistema a 6 canali con il comando
speaker-test -Dpulse -c6 -twav -l1
Vediamo il significato delle varie opzioni:
-D Specifica il dispositivo da testare e lo si ricava dai vari nomi dei dispositivi restituiti dal comando aplay -L visto poco fa. Per esempio:
surround71:CARD=Intel,DEV=0
prima parte:nome della scheda
quindi
surround71:Intel
Ricordiamoci che il valore di default in caso di omissione della opzione D è
Default ALSA Output (currently PulseAudio Sound Server) Quindi PULSE (se abbiamo una sola scheda audio affidiamoci a PULSE)
-c : numero dei canali da testare, le configurazioni comprendono 2,4,5,6,7,8
-t : tipo di test,
pink : Rumore
sine : Segnale sinusoidale di cui si può variare la frequenza con l´opzione -f seguita dalla frequenza in Hz.
wav : si eseguono dei file wav contenuti in /usr/share/sounds/alsa/, nessuno vieta di sostituirli con dei file propri.
-l : Numero di esecuzioni del test, se lo si omette si usa il valore di default 0 che equivale al loop infinito, e di conseguenza per interrompere il test occorre premere CTRL+C.
Riepilogo Comandi:
[Prompt]$speaker-test -Dpulse -c6 -twav -l1
Possiamo però anche andare sulla iconcina di kmix, nel vassoio di sistema, con il tasto destro apriamo il menù e selezioniamo “Configurazione dell'Audio”
| |
Basterà cliccare sui tasti corrispondenti alla cassa e sentiremo una voce, in inglese, che ci specificherà la posizione della cassa sotto test.
Non occorre installare alcun programma supplementare. |
Per collegarsi ad una sessione di lavoro “già aperta” sul nostro PC si possono usare diversi programmi VNCSERVER, TightVNC e TigerVNC, sono disponibili nei repository di OpenMandriva.
Iniziamo con la ricerca e l'installazione del programma tramite “Installa e Rimuovi Software”
Si cerca tigervnc, si seleziona
tigervnc (viewer per connettersi ad altri VNC server)
tigervnc-server (il nostro server)
per un funzionamento corretto occorrono solo pochi passaggi:
1.Creare una password per il nostro utente, quindi su un terminale, dare il comando [prompt]$vncpasswd <INVIO> digitare la password e poi ancora una volta per verificarla.
2.Dal pc che si vuole rendere controllabile dare il comando [prompt]$ x0vncserver -PasswordFile ~/.vnc/passwd <INVIO>
3.dal PC con cui ci collegheremo al server lanciamo un vnc viewer qualsiasi (non e' detto che lo possiate scegliere) [prompt]$ vncviewer <indirizzo IP>:5900 <INVIO> verrà richiesta la password di VNC precedentemente impostata e si entrerà nel desktop remoto ritrovando i programmi già in esecuzione su di esso.
Il comando per lanciare il server VNC può, ovviamente, essere inserito in un script.
Basta editare un file (per esempio startVNC) inserendo
#!/bin/bash
x0vncserver -PasswordFile ~/.vnc/passwd
salvarlo e renderlo eseguibile (tasto destro del mouse |Proprietà|Permessi e selezionare l'opzione ESEGUIBILE
Questo script potrà essere richiamato dal centro di controllo di KDE nella scheda AVANZATE | AVVIO AUTOMATICO selezionando aggiungi script. In questo modo verrà lanciato automaticamente ad ogni ingresso nella nostra sessione di lavoro.
Si può fare lo stesso anche su gnome ed altri desktop manager.
Se Utilizziamo questa semplice configurazione su un PC che, per qualsiasi ragione, volessimo mettere nella nostra rete ma SENZA MONITOR, TASTIERA E MOUSE, dovremo modificare la configurazione eseguendo alcuni semplici passi:
1)Da BIOS cercare la voce che permette al PC di avviarsi anche senza la presenza di Tastiera e Mouse, La voce dipende dal produttore del BIOS e da altri fattori.
2)Abilitare il login automatico (da MCC|Avvio|Login automatico)
3)Aggiungere lo script per la partenza del server VNC all'avvio della sessione, come precedentemente visto.
4)MA SOPRATTUTTO modificare il file /etc/X11/xorg.con per avere le seguenti stringhe:
Section "ServerFlags"
Option "DontZap" "False" # disable <Ctrl><Alt><BS> (server abort)
AllowMouseOpenFail # allows the server to start up even if the mouse does not work
#DontZoom # disable <Ctrl><Alt><KP_+>/<KP_-> (resolution switching)
EndSection
Section "Module"
Load "dbe" # Double-Buffering Extension
Load "v4l" # Video for Linux
Load "extmod"
Load "glx" # 3D layer
Load "dri" # direct rendering
EndSection
Section "Device"
Identifier "VNC Device"
Driver "vesa"
EndSection
Section "Screen"
Identifier "VNC Screen"
Device "VNC Device"
Monitor "VNC Monitor"
SubSection "Display"
#Modes "1024x768"
Modes "1280x1024"
EndSubSection
EndSection
Section "Monitor"
Identifier "VNC Monitor"
HorizSync 30-70
VertRefresh 50-75
EndSection
Altrimenti senza monitor, KDM (ma anche GDM, XDM etc) rimarrà “APPESO” finché non inserirete il monitor, senza effettuare il login automatico e vanificando di fatto tutti i vostri sforzi.
Nota: le seguenti stringhe specificano la risoluzione che userete.
Modes "1024x768"
Modes "1280x1024
Spesso si ha la necessita di condividere delle directory con altri computer nella stessa rete, sia in casa che in ufficio, sempre più spesso anche i dispositivi che compriamo hanno questa possibilità, vedi per esempio i media-center, televisori etc.
La condivisione di una directory la si può ottenere in diversi modi ma i più semplici sono tramite NFS e SMB, quest'ultimo risulta assolutamente necessario in una rete mista (linux/windows) o quando si ha a che fare con i dispositivi sopracitati che magari hanno un s.o. Linux a bordo ma danno per scontato di dover essere utilizzati “anche” con PC windows.
Vediamo allora come possiamo rendere disponibile una diretory sui nostri PC.
Da MCC sezione “Condivisione in rete” selezionare : “Condividi dischi e cartelle con sistemi Windows (SMB)” si apre questa maschera di warning premere “OK” | |
Lasciare l'impostazione predefinita e premere “OK” | |
Qui si deve impostare il workgroup
ed il nome del PC
e premere “OK” | |
Selezionare come Modalita' di sicurezza “Share”, in modo tale da non dover inserire password per accedere da altri PC (solo in caso di necessita' particolari usare user).
Negli Host autorizzati si può lasciare vuoto oppure inserire 192.168.1.* per limitare l'accesso hai PC della propria rete.
Premere “OK” | |
A questo punto inseriamo un messaggio che gli altri PC vedranno associato alla nostra directory condivisa.
Premere “OK” | |
Lasciare le impostazioni predefinite e premere “OK” | |
Una maschera riepilogativa vi accopmagnera alla fine della configurazione... premere OK
e nuovamente OK |
Ciò che si ottiene e' la configurazione iniziale del servizio SMB ora andiamo a inserire una directory da condividere:
Alla Fine della precedente configurazione ci ritroveremo in una finestra come quella qui a fianco: Usiamo il tasto “Aggiungi” per inserire una directory condivisa. Premere ”OK” La nuova voce comparirà' sotto “homes” selezioniamola e premiamo Modifica | |
Impostare le tre voci Pubblico Scrivibile e Navigabile a yes
premere OK e chiudere tutto |
Ricordatevi di rendere scrivibile a tutti la directory condivisa
[prompt]#chmod 777 /opt/share/
e di riavviare il servizio con il comando
[prompt]#systemctl restart smb.service
Se si hanno esigenze particolari o più complesse della sola condivisione dei files tra i PC di casa o dell'ufficio, si ci può affidare ad un tool più completo, ma anche più complesso.
http://www.samba.org/samba/docs/man/Samba-HOWTO-Collection/SWAT.html
Iniziamo con l'installare i pacchetti necessari, per farlo installiamo il pacchetto samba-swat che si porterà dietro, come dipendenze, tutti i pacchetti necessari.
Samba-swat ci permette di configurare in modo semplice il nostro server samba, senza andare ad editare direttamente il file smb.conf posizionato in /etc/samba/.
Questo file ha una serie di impostazioni che coprono un numero impressionante di esigenze
anche se descrivo la procedura per condividere una directory ricordiamoci che con questo applicativo potremo eseguire qualsiasi operazione.
L'interfaccia ci permette di conoscere il compito di ogni scritta con un semplice click su AIUTO, (molto educativo).
Prima di poter accedere all'interfaccia web di swat dal classico indirizzo:
dobbiamo abilitare il servizio swat che di default risulta disabilitato, per farlo basta editare /etc/xinetd.d/swat, ovviamente, come amministratore.
# default: off
# description: SWAT is the Samba Web Admin Tool. Use swat \
# to configure your Samba server. To use SWAT, \
# connect to port 901 with your favorite web browser.
service swat
{
port = 901
socket_type = stream
wait = no
only_from = 127.0.0.1
user = root
server = /usr/sbin/swat
log_on_failure += USERID
disable = no
}
basta cambiare l'ultima riga come mostrato sopra.
A questo punto rifacciamo partire il servizio con il comando
systemctl restart xinetd.service
Accediamo all'interfaccia web di swat tramite il collegamento precedentemente riportato. Inseriamo lo user root e la relativa password, sul browser web ci ritroveremo difronte ad alla seguente pagina.
Con dei comodi tasti posti in linea in alto, ciascuno dedicato ad una sezione e ad un preciso compito.
Quelli che ci servono a noi sono GLOBAL, SHARES e VIEW
Iniziamo da GLOBAL, in questa sezione andremo ad impostare alcuni parametri molto importanti tra cui
il gruppo di lavoro (workgroup o omvgroup) basta che tutti i PC siano nello stesso gruppo.
l'alias con cui ci troveranno (in genere l'hostname)
e il tipo di condivisione (security), che nel nostro caso deve essere SHARE
Modificate solo le tre voci specificate, e non preoccupatevi del resto.
Ricordatevi che prima di passare ad un altra sezione dovrete salvare le modifiche con l'apposito tasto.
Creiamo a questo punto la vera e propria condivisione: la Sezione SHARES
Inseriamo un nome per la condivisione e premiamo CREA CONDIVISIONE
verrà inserita nel menu a tendina poco sopra, selezioniamola e premiamo
SCEGLI CONDIVISIONE
In questa maschera sono assolutamente importanti i campi
PATH, e' il percorso completo della directory da condividere
Read only che deve essere impostato a NO
Guest OK, Browsable e Available che devono essere impostati a YES
Anche in questo caso ricordatevi che prima di passare ad un altra sezione dovrete salvare le modifiche con l'apposito tasto.
La sezione view vi mostra semplicemente il file /etc/samba/smb.conf appena modificato.
Non vi rimane che riavviare il servizio con il comando
systemctl restart smb.service
dato in un terminale come amministratore.
Anche OpenMandriva Lx utilizza il sistema di init chiamato systemd.
(Gestore di sistema e di servizi per Linux)
vediamo un po' di comandi per gestire il tutto
Il primo comando ci aiuta a gestire e monitorare i vari servizi
Vediamo un po delle opzioni a nostra disposizione.
systemctl list-units (visualizza i servizi attivi e il loro stato)
systemctl --failed (Visualizza i soli servizi falliti)
systemctl status <Nome del servizio> mostra diverse informazioni interessanti tra cui
•lo stato
•il Cgroup assegnato
•la posizione del file di configurazione (/etc/rc.d/init.d/smb)
•programmi in cascata e relativi PID
[root@iron user]# systemctl status smb.service
smb.service - Samba SMB Daemon
Loaded: loaded (/lib/systemd/system/smb.service; enabled)
Active: active (running) since gio 2013-11-21 19:06:34 CET; 2h 12min ago
Main PID: 1704 (smbd)
CGroup: /system.slice/smb.service
├─1704 /usr/sbin/smbd
└─1781 /usr/sbin/smbd
NOTE:
1.il nome del servizio va scritto completo
2.le informazioni riportate sono differenti se si lanciano da amministratore
systemctl start/stop/reload/restart <Nome del servizio>
avvia ferma ricarica e riavvia il servizio specificato
lo si può ancora fare con il comando service <servizio> start/stop/restart
per esempio
systemctl restart systemd-smb.service
oppure
systemctl restart smb.service
e anche con il vecchio comando service
service smb restart
Restarting smb (via systemctl): [ OK ]
ci sono molti altri comandi con varie funzionalità che vanno dalla gestione dell'spegnimento del sistema alla creazioni di snapshot di backup
systemctl halt Shut down and halt the system
systemctl poweroff Shut down and power-off the system
systemctl reboot Shut down and reboot the system
Dando come amministratore il comando
# systemd-cgls systemd:/system/smb.service
il terminale ci restituisce i processi associati al CGROUP specificato
systemd:/system/smb.service:
├ 16580 smbd -D
├ 16586 smbd -D
└ 16589 nmbd -D
notare che la lista dei cgroup creati da systemd la si puo ottenere anche lanciando il solo comando
# systemd-cgls
Tra le varie caratteristiche che offre, ciò che ci coinvolgerà di più e' la parallelizzazione dell'avvio dei servizi, con cui si dovrebbe riuscire a far partire contemporaneamente e nel momento giusto diversi service (.service) in modo tale da ottenere un boot più rapido ed efficiente.
Installando il pacchetto systemd-tools verranno resi disponibili dei comandi che ci permetteranno di analizzare il boot nella sua forma più completa in funzione dei processi e dei tempi di esecuzione.
I comandi da usare per fare questo tipo di analisi sono:
$ systemd-analyze time
Startup finished in 6.624s (kernel) + 15.950s (userspace) = 22.575s
da un indicazione dei tempi del boot dividendoli nelle tre parti principali Kernel, initrd e userspace.
Con l'opzione BLAME andremo a verificare il tempo di esecuzione di ogni servizio presente , ma non avremo alcuna indicazione su quanti e quali processi siano partiti o eseguiti in parallelo
$ systemd-analyze blame
5.852s systemd-vconsole-setup.service
4.516s network-up.service
3.637s systemd-fsck-root.service
3.364s mandriva-everytime.service
2.726s kmod-static-nodes.service
2.726s sys-kernel-debug.mount
2.725s dev-mqueue.mount
2.725s mandriva-kmsg-loglevel.service
2.724s dev-hugepages.mount
2.518s fedora-loadmodules.service
2.496s tmp.mount
2.015s network.service
1.160s systemd-udev-trigger.service
960ms resolvconf.service
722ms NetworkManager.service
707ms lm_sensors.service
…............................
infine con
$ systemd-analyze plot > boot.svg
creeremo un grafico che rappresenterà i processi nel tempo dando dettaglio anche della parallelizzazione
Il sistema che gestisce i temi che vediamo durante tutta la fase di boot si chiama plymouth. La OpenMandriva Lx 2013 usa la versione 0.8.8
Nel caso in cui si voglia sostituire il tema, e quindi l'aspetto con cui il sistema si presenta al boot, avremo bisogno di conoscere alcuni comandi.
Iniziamo con il dire che la directory contenente i temi di plymouth risiede in
/usr/share/plymouth/themes/
e che la lista dei temi installati (semplicemente contenuti dentro la directory themes la si può vedere con il comando :
# plymouth-set-default-theme --list
che restituisce
details
OpenMandriva
text
notare che il comando va dato come amministratore.
A questo punto dobbiamo cercare sui repository o su kde-look il tema che più ci soddisfa.
Se lo troviamo sui repositori (quindi da installa software) semplicemente lo selezioniamo e lo installiamo.
Se lo troviamo su http:www.kde-look.org lo scarichiamo e scompattiamo l'archivio da qualche parte.
Prendiamo per esempio dal sito http:www.kde-look.org il tema degli amici del MIB:
“MIB-Ossigeno-Ultimate-Plymouth.tar.gz”
lo scompattiamo e come amministratore copiamo la directory nel punto giusto con il comando
# cp -rf MIB-Ossigeno-Ultimate-Plymouth /usr/share/plymouth/themes/
A questo punto il tema e' disponibile e dobbiamo solo impostarlo come tema da usare, per farlo usiamo il seguente comando:
# plymouth-set-default-theme MIB-Ossigeno-Ultimate-Plymouth –rebuild-initrd
non ci rimane che provarlo riavviando il computer
Se come me usate di solito kontact e kmail per la posta, e quindi avrete già provveduto ad installarli dai repository, dovete sapere che Kontact ed i suoi componenti, come del resto molti oggetti di plasma, hanno iniziato ad usare akonadi come ente centralizzato per memorizzare e recuperare diversi tipi di informazione personali.
Questa centralizzazione offrirà diversi vantaggi in futuro, ma come sempre accade nella fase iniziale potrà provocare diversi problemi.
Allora teniamo presente alcuni semplici punti ed indichiamo qualche comando per capire lo stato attuale dei vari servizi.
Tutti i componenti principali di kontact usano akonadi, ed ad ogni avvio di ogni singolo programma si avvierà in automatico anche akonadi.
Si può controllare lo stato di akonadi con il seguente komando:
$ akonadictl status
Akonadi Control: running
Akonadi Server: running
Akonadi Server Search Support: not available
Questo è lo stato dopo aver disabilitato nepomuk e strigi dal centro di controllo di KDE nella sezione Ricerca Desktop.
Tuttavia perché kontact funzioni correttamente, si ha la necessita di avere akonadi e nepomuk in funzione.
Nota importante: Non è assolutamente necessario abilitare strigi (indicizzazione del desktop)
di conseguenza dal centro di controllo di KDE selezioniamo
RICERCA DESKTOP e provvediamo all'abilitazione di NEPOMUK e alla disabilitazione di STRIGI.
Diamo nuovamente il comando per verificare lo stato di akonadi:
$ akonadictl status
Akonadi Control: running
Akonadi Server: running
Akonadi Server Search Support: available (backend: Virtuoso)
Il comando di controllo che abbiamo utilizzato akonadictl permette anche di avviare/fermare e riavviare il server, usando start,stop e restart al posto di status.
La risorsa CONTATTI PERSONALI punta normalmente alla directory: ~/.local/share/contacts
| Nella prima scheda ci sono tutte le risorse configurate, quindi posta elettronica (pop o imap) la rubrica etc.
il tasto aggiungi permette di accedere ad una lista corposa di risorse gestibili. |
|
|
Qui non cambiare nulla …. |
Ora abbiamo teoricamente tutto ciò che serve per far funzionare senza problemi kontact e molti altri programmi kde nativi.
Capitolo
10
Non ci sarebbe più alcuna necessità di tenere una sezione distinta per questi sistemi, basta ricordarsi che nell'aggiunta dei repository si dovrà scegliere, ovviamente, quelli a 64bit.
Ricordarsi che per garantire la compatibilità con i programmi a 32bit non ancora adattati, oppure con alcuni programmi commerciali, occorre installare i repository a 32bit. Vedi relativo paragrafo.
Nei repository a 32bit potremo trovare per esempio i codec audio video win32-codecs
Anche i problemi con i programmi proprietari quali, per esempio, flashplayer, sono ormai superati, l'installazione del plugins seguirà esattamente la stessa procedura usata per i sistemi a 32bit, quindi installando il pacchetto flash-player-plugin (vedrete che sarà marcato x86-64), che scaricherà la versione appropriata di flash-player senza alcuna necessità di ulteriori interventi manuali.
Alcune librerie come quelle per la lettura corretta dei DVD hanno un nome leggermente diverso dalla versione a 32bit per identificarle, quindi
Libdvdcss2 | Lib64dvdcss2 |
|
Libdvdnav4 | Lib64dvdnav4 |
|
Capitolo
11
Da OpenMandriva Control Center si può raggiungere un programma dedicato alla tutela dei figli durante la navigazione internet.
Spesso infatti si hanno delle remore a lasciare i propri figli su internet, che rimane pur sempre un ottimo mezzo di apprendimento e conoscenza.
Questo sistema ci permette di alleviare i nostri timori, rendere più piacevole la navigazione e l’utilizzo del PC ai piccoli, e dare delle regole temporali sull’utilizzo del PC e della rete.
Tramite la voce in MCC | Sicurezza |Filtri per la famiglia si accede alla finestra principale ma al primo accesso comparirà la seguente maschera con cui abiliteremo il controllo degli accessi ACL Premere SI | |
Un secondo avviso ci dirà di riavviare il computer, tuttavia noi potremo anticipare le opzioni scelte Premere OK | |
Nella finestra principale si ha la possibilità di : 1) abilitare un filtro che impedisca di andare in siti potenzialmente ....pericolosi o altro. 2) Limitare l’accesso alla rete ad un orario ben preciso e limitato nel tempo. Per farlo basta segnare a) “Abilita il filtro famiglia” b) scegliere il livello di controllo ALTO per i Bambini Piccoli MEDIO per i bambini MASSO per i più grandi (ma temo che a quel momento saranno loro a gestire il computer) c) Spostare, nella finestra di destra, tramite il tasto AGGIUNGI gli user name “adulti” che non useranno alcun filtro e che non avranno limitazioni. | |
Tramite le schede Lista Nera e Lista Sicura si potranno modificare i filtri rendendo accessibili o meno alcuni siti di nostra conoscenza. |
Capitolo
12
Tipo | Indirizzo internet | Note |
OpenMandriva | in Italiano | |
OpenMandriva Forum Italia | in Italiano | |
FORUM Mandriva | in Italiano | |
Richiesta Pacchetti, repository e forum OpenMandriva/Rosa | in Italiano | |
Linux-Corner – Manuali e Recensioni | in Italiano | |
Trovare informazioni |
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Trovare RPM |
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Temi per KDE ed i suoi programmi |
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Programmi KDE |
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Trovare informazioni |
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KDE FAQ | in Italiano | |
KDE Documenti | in Italiano | |
NEWS | in Italiano |
NOME | Indirizzo internet | Note |
OpenMandriva |
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Rosa Lab |
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Ubuntu |
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Fedora |
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SUSE |
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Chakra |
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Knoppix |
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Debian |
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Slackware |
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Madeinlinux |
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Turbolinux |
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Dinebolic |
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Geexbox |
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Damnsmalllinux |
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Linspire |
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Scientific linux |
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Nota: Una delle caratteristiche più avvincenti del free software, dell'Open Source e di Linux è che, potenzialmente chiunque può crearsi una distribuzione, se da un lato questo porta ad avere migliaia di distribuzioni, dall'altro comporta una notevole rapidità di sviluppo ed un altissimo tasso di innovazione, impensabile in qualsiasi altro modello di sviluppo software.
Sui forum spesso si assiste a vere e proprie guerre di opinione tra le varie distribuzioni. In linea di massima ci sono tre punti da tenere in considerazione
1)Tutte le distribuzioni possono fare la stessa cosa, si differenziano per le applicazioni con cui configureremo i vari programmi. Il resto sono preferenze personali, per esempio avere la password di root o usare SUDO. Usare Gnome, KDE, XFCE o altro oppure il tipo di pacchettizzazione dei programmi RPM, DEB, TGZ ed altro ancora.
2)La sicurezza la si ottiene. Se inizio ad usare la password di root come utente principale, non abilitare o disabilitare il firewall, ed usare password banali, sarà arduo parlare di sicurezza, con qualsiasi distribuzione.
3)A mio avviso è di basilare importanza il numero di pacchetti disponibili per la propria distribuzione, ed il loro frequente aggiornamento.
La cosa migliore quando si acquista un PC o una qualunque altra parte del sistema è iniziare a cercare le varie periferiche, partendo dal presupposto di voler usare “anche”, si fa per dire, Linux.
Il che non è assolutamente differente da ciò che si fa normalmente quando si acquista un sistema Apple piuttosto che un tablet o uno smartphone... si cercano le periferiche per il proprio sitema.
Molti produttori (sempre di più) rilasciano i driver per Linux e altri sistemi operativi, e la concorrenza li deve seguire.
La maggior parte dei componenti come i chipset usano driver O.S. uguali per i vari produttori vedi driver per usb, IDE etc.
elenco anche alcuni siti dove è possibile trovare informazioni su PC,Laptop, periferiche varie ect.
Produttore | Indirizzo internet | Note |
Scheda Video (geforce) | Ottimi driver | |
HP Linux Inkjet Driver Project | Driver Linux | |
Masterizzatori/DVD/CD | Ottimo | |
Stampanti Multifunzione Brother | RIMOSSO | |
Linux drivers for Philips USB webcams | Non ufficiali | |
Linux Hardware Database |
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LinuxHardware.org |
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TuxMobil Laptop Manufacturers | LAPTOP |
Vedi anche il paragrafo 3.3
Su www.linux-corner.it ho aggiunto una pagina Hardware Database dove inserirò tutto l'hardware che ho già avuto modo di provare.
Qui di seguito elenco i siti dove è possibile scaricare le release software aggiornate di alcuni programmi che definirei base.
Programma | Link | Note |
Libreoffice |
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Firefox |
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Gimp |
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Java SUN |
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Adobe Acrobat Reader |
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VirtualBox |
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Ovviamente le distribuzioni hanno dei pacchetti già pronti per questi programmi.
Capitolo
13
Questo manuale, come tutti i manuali presenti su http://www.linux-corner.it
è rilasciato sotto licenza creative commons.
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/
I Marchi ed i Loghi OpenMandriva Lx sono proprietari dell'associazione “OpenMandriva Association”
http://openmandriva.org/en/about
Capitolo
14
Ho scritto questi manuali nella convinzione che uno dei freni all'utilizzo di Linux sia il velo di difficoltà che tutti noi abbiamo contribuito a creare.
In realtà Linux non è, ne più difficile ne più semplice di qualsiasi altro sistema operativo.
Penso che molti di noi vorrebbero avere la possibilità di far funzionare al meglio tutto, nel più breve tempo possibile....... per iniziare poi con calma ad imparare.........................se si vuole..... non è detto....